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Al MEF qualcuno vorrebbe silenziare il dissenso: USB non convocata al tavolo negoziale

Roma -

Venerdì 11 maggio u.s., USB era venuta a conoscenza della convocazione del tavolo sindacale nazionale per lunedì, 14 maggio, alle ore 15.30, avente tra i punti all’ordine del giorno il FUA 2017.

Inspiegabilmente, al predetto incontro la USB PI non risultava convocata. Ce ne chiediamo le ragioni dato che l’informazione è il presupposto per il corretto esercizio delle relazioni sindacali e dei suoi strumenti [Art. 4 CCNL Comparto Funzioni Centrali 2016-2018].

L’Amministrazione, pur sapendo del ricorso presentato nei confronti dell’Aran e di Cgil, Cisl, Uil, Confsal Unsa e Confintesa (firmatarie del CCNL di comparto il 12.2.2018) ed alla luce del recente parere Aran che ribadisce che tale materia è “sub iudice”, ha ritenuto comunque di non convocare, neanche in autotutela, USB prendendo una posizione sicuramente non equidistante nei confronti di soggetti che, ad oggi, sono tutti coinvolti in una controversia legale.

La USB PI ha immediatamente diffidato l’Amministrazione del MEF, chiedendo la revoca della nota di convocazione e comunque la immediata convocazione di USB PI MEF, dovendosi in caso di mancato, intempestivo o negativo riscontro adire tutti i rimedi previsti dall’ordinamento giuridico, anche in relazione all’eventuale danno erariale prodotto dalla condotta sopra descritta.

La delegazione trattante della USB PI MEF si è comunque presentata alla prevista riunione dichiarando di avere tutto il diritto a partecipare alla contrattazione in quanto organizzazione sindacale maggiormente rappresentativa nel Pubblico Impiego. Allo stesso tempo ha stigmatizzato l’utilizzo strumentale di una clausola contrattuale (art. 7 comma 3 CCNL Funzioni Centrali) che è attualmente oggetto di impugnazione davanti al Tribunale civile di Roma e che vede coinvolti OOSS firmatarie e l’Aran i cui pareri sono palesemente viziati da conflitto di interessi.

Al termine della discussione sulla questione pregiudiziale il Capo dipartimento del DAG ha espresso la disponibilità della Parte pubblica a far partecipare la USB al tavolo negoziale, sia pure solo in qualità di uditore, vincolando però tale proposta al parere favorevole delle OOSS firmatarie del CCNL Funzioni Centrali.

La USB PI MEF ha fatto presente che si stava consumando una “enormità antidemocratica” anche alla luce di quanto già sancito dalla sentenza della Corte Costituzionale sul ricorso FIOM CGIL che ha dichiarato l’incostituzionalità dell’esclusione della stessa dai tavoli FCA perché non firmataria del contratto nazionale. Escludere, infatti, dalla contrattazione integrativa le OO.SS. non firmatarie del Contratto perché dissenzienti dai contenuti dell’accordo siglato il 12.2.2018, rappresenta una “forma impropria di sanzione del dissenso” che conduce ad “un illegittimo accordo ad excludendum” (sentenza n. 231/2013 della Consulta).

Può sembrare un paradosso ma, a questo punto, proprio la CGIL, anche a nome di CISL e UIL, ha chiesto la rigorosa applicazione del contratto con conseguente esclusione delle OO.SS. non firmatarie disconoscendo, di fatto, il proprio ricorso. UNSA, invece, ha dichiarato la propria incompetenza a decidere mentre Intesa ha mantenuto il silenzio.

Preso atto della misera condizione del tavolo contrattuale la USB ha abbandonato la riunione evidenziando l’assoluta antidemocraticità delle posizioni prese dalla maggioranza delle Organizzazioni Sindacali. La nostra delegazione ha inoltre sottolineato la grande responsabilità che i presenti si stavano assumendo mettendo a rischio il salario accessorio di tutti i lavoratori del MEF. Qualora, infatti, si addivenisse ad un accoglimento del ricorso presentato da USB, tutti gli accordi sottoscritti senza la presenza di tutte le Organizzazioni Sindacali rappresentative potrebbero essere dichiarati nulli per palese illegittimità della composizione del tavolo negoziale.

Perché allora assumersi un rischio del genere? Evidentemente al MEF Amministrazione e OO.SS. “compatibili al sistema” hanno l’impellente necessità di silenziare ogni forma di dissenso e di contrasto alle dinamiche perverse del tavolo di contrattazione che si ritroverà a dare esecuzione al nuovo CCNL Funzioni Centrali. Il fatto di non aver accettato la presenza dell’USB nemmeno in qualità di uditore la dice lunga su quello che s’intende andare a fare nei mesi futuri!

Una cosa è certa: USB non intende arrendersi e condurrà sino in fondo e con ogni mezzo questa battaglia di democrazia.