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FCA: basta CIG, nuovi modelli e tavoli contrattuali uguali agli altri metalmeccanici

Nazionale -

È di queste ore la comunicazione del ricorso alla CIG, dal 29 ottobre al 7 novembre, per i lavoratori dello stabilimento di Termoli addetti al motore C520.
A Melfi dopo la chiusura della linea Grande Punto e l’annuncio di 1640 esuberi, con relativi CDS per 5750 lavoratori, l’azienda ha comunicato che in aggiunta alle fermate individuali programmate per gli addetti linea ci saranno blocchi di interi turni di produzione nei weekend (tre turni ogni fine settimana), con ulteriore perdita di salario.


Mirafiori e Pomigliano sono a rischio chiusura e comunque ridotte a fabbriche fantasma, dove da anni meno della metà dei lavoratori (e spesso nemmeno quella) si reca quotidianamente al lavoro.


L’USB denuncia il ricorso alla CIG e ai CDS da parte di FCA, che da un lato aumenta i ritmi di lavoro saturando le linee nelle residue giornate lavorative, e dall’altro usa gli ammortizzatori sociali come un bancomat.
Dove sono i nuovi modelli e gli investimenti annunciati BEN 5 MESI FA nel piano industriale di FCA?


Dopo anni di sostegni statali e dopo aver condizionato le politiche industriali e attinto a piene mani alle risorse economiche del paese, la produzione di FCA è sempre più orientata verso il mercato NAFTA e i segmenti del lusso (che comunque non risolvono il problema, visto che anche laddove la produzione è centrata sui di modelli di lusso, vedi Maserati, l’utilizzo degli ammortizzatori sociali è continuo).


Scelte che non saturano gli stabilimenti italiani, in forte crisi, e che vengono ulteriormente penalizzati dalla decisione di delocalizzare il segmento delle utilitarie e di chiudere la produzione della Grande Punto senza alcun modello sostitutivo.


Chiediamo nuovi modelli e produzione per gli stabilimenti, non CIG e CDS!
Per chi sta sulle linee di produzione negli stabilimenti che tirano e in quelli in difficoltà, i ritmi di lavoro sono disumani. Il taglio delle pause e il sistema di produzione basato sull’Ergo UAS imposti da FCA negli accordi e nel CCSL e sottoscritti da FIM, UILM, FISMIC e UGL hanno peggiorato le condizioni di lavoro tanto da produrre un aumento dei lavoratori con ridotte capacità lavorative.
Tutto a danno di salute, salario e occupazione!


La battaglia per il ripristino delle pause, dei carichi di lavoro che garantiscano salute e sicurezza e la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario sono esigenze sempre più attuali.


Alla vigilia del rinnovo contrattuale di gruppo continuiamo a denunciare il CCSL come uno strumento in mano ad FCA. Ne  chiediamo con forza il superamento, con il rientro dei lavoratori FCA nel contratto nazionale dei metalmeccanici (senza tutte le schifezze previste nell’ultimo ccnl) poiché riteniamo indispensabile il ripristino dei due livelli di contrattazione .

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