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Quando l'inclusione degli studenti con disabilità viene gestita come un'emergenza

Nazionale -

L'inizio dell'anno scolastico si preannuncia purtroppo identico ai precedenti per gli studenti con disabilità e per le loro famiglie.
I docenti continueranno in molti (sempre troppi) casi a lavorare in aule sovraffollate e le ore assegnate ai nostri studenti continueranno ad essere esigue. Capita, infatti, al primo settembre, che alcuni dirigenti scolastici annuncino la composizione delle classi prime con 26 o anche 28 alunni. Questo nonostante il MIUR, nella nota n. 1153 del 4 agosto, ricordi con chiarezza la norma in vigore, ovvero che “in presenza di alunni disabili le classi non devono superare il numero di 20 alunni”. Quest’anno, come ogni anno da molto tempo, la norma di legge viene violata nonostante il DLgs 66, “Norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità”, attuativo della legge 107, la cosiddetta Buona Scuola”, varato da pochi mesi, l’abbia chiaramente ribadita. “Ciò, a dimostrazione che quanto disposto nelle leggi a favore degli studenti con disabilità e dei loro compagni non viene in alcun modo rispettato e che il MIUR o gli uffici scolastici provinciali e regionali non vigilano affatto su quanto accade nelle nostre scuole. L’inclusione, di cui tanto il ministero si riempie la bocca, rimane in realtà lettera morta, non diviene mai volontà politica concreta. Dove sono i controlli, ministro Fedeli? Dove sono le conseguenze punitive per quei dirigenti scolastici che non rispettano le leggi dello stato italiano?” chiede Luigi Del Prete, Esecutivo Nazionale USB Scuola. “Anche quest'anno assisteremo al solito balletto delle cattedre in deroga, ottenute solo grazie alle proteste dei genitori, o utilizzate come misura tampone dell’ultimo minuto, perché i precari costano meno dei docenti di ruolo”, continua Del Prete.
Pura presa in giro la nota della ministro Fedeli che autorizza i dirigenti scolastici ad assumere personale precario facente funzioni nel precedente anno scolastico per esigenze di continuità, nella sostanza una chiamata diretta dei precari in barba alle graduatorie ad esaurimento e a quelle di istituto. “La vera continuità didattico-educativa si realizza assumendo e rispettando il diritto all’insegnante di sostegno degli studenti con disabilità, componendo organici di diritto corretti sin da inizio anno scolastico. Solo nello scorso anno scolastico, infatti, il 40% dei posti di sostegno erano coperti da docenti precari per un totale di circa 47.000 cattedre su 120.000. Quest'anno è anche peggio: quasi 6000 posti in deroga in Sicilia, a Milano - come riportano vari giornali - mancano 1400 docenti di sostegno, in Liguria mancano circa 600 docenti, in Abruzzo oltre i 1700, dei 1600 docenti che mancano in provincia di Modena, la metà sono docenti di sostegno” prosegue Del Prete.
A 25 anni dalla legge 104 che ha riconosciuto diritti sociali alle persone con disabilità, a quarant’anni dalla legge 517 del 1977 con la quale l'Italia ha cominciato un percorso accidentato ma fondamentale verso un sistema scolastico inclusivo e aperto, quelle norme, così all’avanguardia sono sempre più lontane dalla realtà dei contesti scolastici. 2 milioni e mezzo di alunni (il 33% dell’intera popolazione scolastica) hanno cambiato almeno un insegnante quest’anno, almeno 100.000 alunni con disabilità, i più fragili, (il 43% dei 233.000 alunni totali) hanno cambiato il docente di sostegno. Sottostimare gli organici per risparmiare rispetto alle esigenze degli alunni con disabilità, non assumere e precarizzare, questa è l’azione per niente inclusiva del ministero a marchio Fedeli. Dei comunicati, dei proclami, delle bugie facilmente svelate quando si varca la soglia di una scuola, studenti, famiglie e docenti ormai non se ne fanno più nulla.
USB Scuola invita famiglie e docenti a segnalare a scuola@usb.it casi di irregolarità e mancato rispetto della normativa e dei diritti degli studenti disabili, per intraprendere al più presto azioni che mirino al ripristino del diritto violato.