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Alluvione Livorno, USB: un piano di salvaguardia del territorio crea anche lavoro. Intanto bloccare gli sfratti

Nazionale -

Siamo alle solite: l'ennesima emergenza ambientale mostra al mondo l'impreparazione del paese, la fragilità delle nostre strutture, gli errori nell'utilizzo dei pochi fondi spesi, i 7,7 miliardi non utilizzati e l'assenza di una politica lungimirante, che programmi e attui un piano di salvaguardia del territorio.
L'Italia è un paese a rischio: terremoti, alluvioni, esondazioni, frane, incendi sono purtroppo fenomeni frequenti che colpiscono drammaticamente perché manca un intervento sistematico di difesa e di prevenzione. E i cambiamenti climatici in corso non potranno che aggravare questa situazione. Di contro le strutture di governo della salvaguardia del territorio come le Province subiscono da tempo una forte delegittimazione, il corpo forestale dello stato è stato cancellato e militarizzato nel corpo dei carabinieri, cresce il precariato tra i vigili del fuoco.
La grande solidarietà dimostrata dalla popolazione di Livorno è un segnale di completa controtendenza rispetto al clima che respiriamo nel paese e sui media. Dal tutti contro tutti che abbiamo subito in questi mesi, soprattutto contro chi sta peggio, al sostegno disinteressato di chi vuole aiutare chi sta in difficoltà. Dal razzismo diffuso alla collaborazione tra migranti e livornesi. Ma la solidarietà popolare spontanea non può bastare né sostituire l'intervento sistematico per proteggere il territorio.
La difesa dal dissesto idrogeologico e un piano generale di messa in sicurezza del paese costituiscono anche una grande opportunità di rilancio economico e di creazione di migliaia di posti di lavoro. Ed è paradossale che anche le risorse esistenti non vengano utilizzate mentre più di 20 miliardi di euro defluiscono rapidamente nei piani di salvataggio delle banche ed altri 25 nel faraonico piano industria 4.0. I soldi per banche e imprese si spendono, quelli per la popolazione (molti meno) no.
La battaglia per il lavoro e l'ambiente, che è un'unica grande battaglia, riparte quindi per USB da Livorno, ma riguarda le zone terremotate de L'Aquila e dell'Abruzzo, le alluvioni già avvenute sia al nord e che al sud del paese, i territori colpiti dagli incendi estivi e una città come Roma, dove una semplice pioggia autunnale manda in tilt l'intera mobilità urbana.
Una battaglia che si lega però a quella per i diritti primari come quello all'abitazione: come è possibile che in una città martoriata dall'alluvione si continuino ad eseguire gli sfratti come se niente fosse? Proprio per questo l’Esecutivo Confederale USB e  ASIA-USB nazionale hanno scritto al Prefetto di Livorno per chiedere il blocco degli sfratti e di qualsiasi altro provvedimento che in una situazione di emergenza, come quella che vive oggi Livorno, impedisca che altra gente rimanga per la strada senza casa.
 
Esecutivo Confederale USB
Coordinamento Nazionale ASIA-USB