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La scuola sciopera e lotta con USB nonostante minacce e boicottaggi

Roma -

E' stato difficile il percorso che ci ha portato a questa giornata di sciopero partecipatissima, a questa piazza viva e alla formazione di un corpo di lavoratori della scuola che vogliono tornare a lottare. Abbiamo dovuto attendere questa data per il rifiuto insensato di Anief di concordare lo sciopero in una data comune con gli altri 7 sindacati che hanno proclamato lo sciopero di questo venerdì 23 febbraio.

Quotidianamente ci siamo scontrati con la difficoltà di far arrivare ovunque i nostri comunicati, ma non ci siamo arresi e ovunque in modo capillare abbiamo tenuto assemblee sindacali in orario di servizio: Emilia Romagna, Lombardia, Sicilia, Calabria, Lazio, Toscana, Campania, Piemonte, Veneto.

Abbiamo incontrato i lavoratori in ogni occasione e condiviso le valutazioni sul contratto indegno sottoscritto nella sua preintesa da Cgil Cisl Uil. Abbiamo chiesto a Snals e Gilda di proclamare lo sciopero, ma in alcune città hanno preferito boicottarlo indicendo assemblee.

Addirittura in alcune città i lavoratori ci hanno segnalato le minacce della Uil che per spingerli a non partire con i nostri pullman verso Roma ha ventilato la possibilità di ritirare i ricorsi in essere. Così come sono stati pure minacciati gli studenti di Senigallia da qualche preside sceriffo che crede di poter abbassare il voto di condotta a chi ha oggi partecipato al corteo degli studenti in adesione alla campagna Bastalternanza in occasione dello sciopero generale della scuola.

Ci sembra che il quadro sia chiaro sindacalmente e politicamente. Il livello della misura è colmo, la rabbia dei docenti e degli ATA aumenterà sempre di più quando la farsa dell'aumento raccontato nelle cifre al lordo sarà al netto in busta paga aggredito da crisi inflazione e aumento dell'iva.

Questa piazza movimentata, organizzata, forte manda un messaggio di dignità e una risposta al vergognoso trattamento che lo Stato italiano riserva ai lavoratori pubblici: esternalizzati, precarizzati, truffati da accordi sindacali al ribasso.

E' ora di cambiare! In questo paese occorre una svolta politica e un radicale cambiamento sul piano sindacale. I lavoratori sono stanchi, ma non si arrendono. Abbiamo capito tutti che la nostra risposta sta nell'entusiasmo della lotta che sapremo portare avanti, ma anche nella capacità di dare una sonora risposta alle prossime elezioni politiche e alle prossime elezioni per il rinnovo della RSU in ogni istituto. Chi oggi è assente da questa piazza esprime un totale collaborazionismo con i governi che ci affamano e non può più rappresentare la volontà dei lavoratori della scuola.


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