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Leroy Merlin, USB: le rassicurazioni CEVA al prefetto di Piacenza sono insufficienti e non risolutive dei problemi denunciati

Nazionale -

Non sono sufficientemente rassicuranti le dichiarazioni di CEVA Logistic riferite al percorso di stabilizzazione di complessivi 66 lavoratori del magazzino Leroy Merlin di C.S.Giovanni.


Infatti tra i 31 a cui nel dicembre dello scorso anno era stato stipulato il contratto di assunzione a tempo indeterminato misteriosamente scomparso nel giro di 24 ore,  sono in maggioranza le figure di coloro che hanno il rapporto di lavoro in scadenza entro la fine di questo mese.


Occorre pertanto che l'appaltatore assuma l'impegno chiaro e formale a garantire continuità occupazionale a questi lavoratori fino alla loro definitiva assunzione.


USB chiede a CEVA di sedere ad un tavolo di trattativa per affrontare i problemi legati al non rispetto delle norme all'interno del magazzino in cui presta servizi, irregolarità che sono oggetto di un esposto presentato quest'oggi all'Ispettorato Territoriale del Lavoro di Piacenza.


Denunciamo infatti l'eccesso di lavoratori a tempo determinato rispetto i tempi indeterminati in misura ben superiore a quanto consentito dalle normative vigenti.
Se il D.L.368/2001 prevede un limite percentuale sul totale dell'organico pari al 20%, limite che il contratto di categoria eleva al 35%, in Leroy Merlin si arriva addirittura al 100% di lavoratori a tempo determinato su quelli a tempo indeterminato (213 su 420).


Denunciamo il fatto che le cooperative subappaltatrici abbiano cambiato il codice fiscale all'improvviso senza informare i lavoratori e senza far loro sottoscrivere un nuovo contratto come si sarebbe dovuto fare.


Questo obbligo disatteso, se correlato al rischio di non corresponsione/accantonamento del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) desta in noi il dubbio che si tratti di una prassi finalizzata a far decadere i termini prescrittivi entro i quali i lavoratori potrebbero esigerne il pagamento.

Denunciamo il fatto che non si sappia con chiarezza se in questo giro di cambi di appalto fantasma tutti i lavoratori siano stati riassunti.


Denunciamo la verifica di differenze contributive nelle buste paga e gli inquadramenti a livelli inferiori alle mansioni realmente svolte.

Tutto questo avviene in un clima di intimidazioni personali a cui si aggiungono le sospensioni e le contestazioni per motivi disciplinari nei confronti dei nuovi iscritti e dei delegati USB.


Occorre riportare rispetto della legalità e rispetto di corrette relazioni sindacali in un contesto lavorativo in cui vigono pratiche preoccupanti di caporalato.

Se CEVA vuol essere credibile deve dar seguito alle parole e preoccuparsi di controllare la correttezza dei propri subappaltatori, in caso contrario, pur restando responsabile solidarmente dal punto di vista legale, dimostrerà di essere collusa da quello morale.



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