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Usb: emergenze, un gioco che vale sempre la candela

Roma -

A leggere i giornali e ascoltare le tv di questi giorni sembra proprio che il mondo si sia rovesciato: gli accusatori diventano accusati e i colpevoli si trasformano in risolutori. Un po’ di sano populismo qua e là e i lavoratori dell’emergenza presto dimenticheranno le fatiche degli incendi per concentrarsi su quelle dei dissesti idrogeologici.
I grandi capi del Dipartimento Vigili del Fuoco dichiarano a Repubblica che siamo nelle mani dei volontari. Gli stessi, aggiungiamo noi, che il Dipartimento vuole mantenere all’infinito nello status di precari. Checché ne dica l’impegno di governo, “la risoluzione Fiano”, che fra i cinque punti contiene anche la stabilizzazione.
Naturalmente le guerriglie tra poveri non mancano. Comitati e associazioni fanno a gara a chi la spara più grossa sulle assunzioni e i sindacati non sono da meno. Confondono le assunzioni con l’assorbimento degli ex Forestali e danno battaglia a suon di cifre: 3000 il buco organico per alcuni e 3450 per altri, come se un numero più articolato sia sinonimo di scientificità.
Nessuno, tranne USB, invece parla di Europa. Sì, la stessa Europa che quotidianamente ci assilla, che ci impone sacrifici, che fa una politica di chiusura verso tutto, che con l’euro ci ha fatto rimanere “senza una lira in tasca”. Ebbene, quella stessa Europa ha un parametro semplice: un soccorritore ogni mille abitanti.
In Italia invece abbiamo una giungla di  enti che si occupano di soccorso senza dare alla cittadinanza nulla ma dissipando energie e forza.
Soccorso alpino, 118, Protezione Civile, Vigili del Fuoco e non ultimi anche i Carabinieri stanno lì a contendersi il malcapitato di turno. Ed ecco tutti a misurare i centimetri per capire di chi è la competenza, se il tapino si trova in montagna. Gli elicotteri in convenzione si alzano anche solo per pochi chilometri pur di non far muovere una ambulanza del 118, visto che più voli e più ti pagano. La Protezione Civile, dall’alto della sua potenza economica, lancia moniti alle regioni sulla gestione delle flotte o flottine da acquistare per affrontare gli incendi. I Carabinieri tra un posto di blocco e un’indagine del Ris danno lezioni su come si affronta un “fuocherello”, ricordando però che in caso di vero incendio è meglio chiamare i Vigili del Fuoco. Intanto i sindaci delle aree metropolitane fanno accordi con i privati per la gestione della prevenzione e il dipartimento dei Vigili del Fuoco, per bocca del direttore responsabile dell’Emergenza, dichiara che va tutto male, ma forse no.
A peggiorare le cose, la riforma Madia ha rubato ai Vigili del Fuoco ben tre contratti di lavoro per saltare direttamente al contratto integrativo 2016-2018. Chi volete che si accorga che in mezzo alle tante fregature hanno anche triturato i nostri diritti sui luoghi di lavoro? Naturalmente USB. Ma noi, si sa, siamo l’esercito del “no”.
Ora siamo a luglio e il governo che doveva sciogliersi a settembre a quanto pare arriverà a fine mandato. Avrebbe tempo per occuparsi di soccorritori ed emergenze, ma guarda caso non di quelle che ci riguardano. Il grosso problema da risolvere è l’immigrazione, non la cura del territorio. Ecco quindi tutti i ministri degli Interni europei, compreso Minniti che sovrintende ai nostri destini, riunirsi in Africa per studiare il fenomeno e cercare una soluzione condivisa. Cioè fare qualche muro più alto e decidere chi metterà i cocci di vetro sulla nuova muraglia europea.
Il ministro, ricordandosi che noi siamo “difesa civile”, proverà a dimostrare che gli immigrati oltre che malattie e degrado magari portano pure qualche scoria radioattiva. Giusto: se arrivano dalle aere balcaniche bombardate per mesi con l’uranio impoverito, la cosa non è campata in aria.
Siamo d’accordo con il ministro: in qualità di difesa civile abbiamo il dovere di mandare a casa politicanti e sindacati corrotti che di fatto ci hanno tolto il valore del servizio pubblico.


Coordinamento Vigili del Fuoco USB