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Usb: non regalerete ai privati il trasporto pubblico locale

Nazionale -

Politicanti di mestiere e media al loro servizio stanno dando il peggio di se stessi; da mesi il linciaggio mediatico ai danni dei lavoratori autoferrotranvieri è puntuale e quotidiano. A fronte di manager e politici che hanno sperperato denaro pubblico la sintesi è che i lavoratori sono talmente assenteisti che le aziende vanno a rotoli, inoltre lavorano poco e scioperano troppo.


Non interessa, e dovrebbe, se i turni di guida sono quelli contrattuali, se le assenze sono pienamente legittime, se un lavoratore/trice è in maternità, se fruisce della legge 104 o di permessi parentali in conformità alla legge.  Si vuole sostenere che comunque l’assenza è “assenteismo” ed è sempre un abuso, in barba a tutte le leggi che tutelano la famiglia e nonostante aziende e istituzioni abbiano tutti gli strumenti di controllo contro i veri furbi.


Un attacco ciclico, questa volta più aggressivo che mai, con il chiaro interesse di confezionare l'immagine di migliaia di lavoratori fannulloni per i quali l'unica soluzione è impedire gli scioperi e vendere le aziende pubbliche ai privati che, con pugno duro, li faranno lavorare di più e guadagnare di meno, rimettendo ordine nel servizio pubblico. Ma si potrà ancora chiamare servizio pubblico?
Tutto inizia con la criminalizzazione dell'esercizio del diritto di sciopero. Seguono poi i radicali romani che promuovono un referendum per privatizzare ATAC. Gli fa eco il PD che scende in piazza per la privatizzazione e, infine, il colpo duro lo assesta, tra gli applausi dei media teleguidati, il ministro Delrio sostenendo che non ci saranno più finanziamenti per la società di trasporto pubblico ATAC di Roma.


Peccato che nessuno di questi signori si sia mai sognato di intervenire su quanto sta accadendo nelle società private del Trasporto Pubblico Locale nel paese Italia; a Roma nelle aziende private  come in Basilicata nelle autolinee Nolé, del consorzio “Co.Tr.A.B.” per le quali tanto esercire il servizio quanto pagare gli stipendi rappresenta un optional; in Liguria dove i lavoratori per recuperare parte dello stipendio sottratto hanno dovuto incrociare le braccia per 5 giorni consecutivi; in Umbria dove l'arrivo di BUS ITALIA (FS) ha determinato l'applicazione del nuovo contratto mandando all’aria tutte le buste paga, tanto ora decideranno loro quale sarà il nuovo stipendio dei lavoratori; così in Toscana dove, sempre la società BUS ITALIA, si è presentata con il suo biglietto da visita revocando l'intera contrattazione di secondo livello; in Campania dove in ANM, per far largo al privato, si mettono in discussione i livelli occupazionali e la sicurezza del servizio. E l’elenco potrebbe essere infinitamente più lungo. Insomma, l'importante per loro è che l'opinione pubblica si convinca che l'unica soluzione è il privato, anche se ovunque si sia intrapresa la strada della privatizzazione il servizio si sia dimostrato un disastro totale.


È per contrastare queste logiche che l'Unione Sindacale di Base ha sciopero il 20 luglio a Roma come a Napoli, dove i lavoratori di due delle più grandi aziende del paese, ATAC e ANM, sono fortemente sotto attacco. Uno sciopero che i lavoratori hanno condiviso nonostante l'ulteriore aggressione mediatica, nonostante il Prefetto di Roma abbia imposto la riduzione a 4 ore dello sciopero indetto per la stessa giornata da OR.S.A. tpl, nonostante la forte campagna di crumiraggio che a Napoli come a Roma altre sigle sindacali hanno scelto di operare. Compresa l'originale scelta della giunta capitolina di assoldare un tranviere in pensione che, pur rappresentando solo se stesso, si è improvvisato specialista in crumiraggio divulgando l’invito scritto a non scioperare in difesa dell'immagine della giunta; una giunta che sta servendo su di un piatto d'argento chilometri di Trasporto Pubblico Locale ai privati pur lanciando slogan che sostengono il contrario.


Un'azione di basso livello, quella del crumiraggio, visto anche il momento di particolare aggressione al diritto dell'esercizio di sciopero… ma anche ciò sta a determinare con chiarezza le parti in campo, il livello culturale e politico con cui si porta avanti un attacco senza precedenti ai diritti dei lavoratori.  
Dentro questo enorme teatro fatto di interessi politici ed economici, di arrivismo e protagonismo si gioca il futuro di decine di migliaia di lavoratori del settore e tutto ciò Senza che arrivi una proposta seria e credibile che ragioni su un piano di mobilità nazionale, sul servizio reale di cui il paese ha bisogno, sulle risorse vere da destinare. Usb continuerà a battersi in difesa dei lavoratori e dei loro diritti e a combattere ogni tentativo di regalare ai privati il servizio pubblico.

Roberto Cortese
Esecutivo nazionale
Unione Sindacale di Base
Lavoro Privato