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Ast Terni: regole, prescrizioni e sicurezza. Due pesi e due misure

Terni -

Assistiamo in questi giorni ad un nuovo atto unilaterale dell'azienda nei confronti dei lavoratori all’AST di Terni.


E’ notizia infatti che da alcuni giorni non si può più entrare all'interno dello stabilimento con biciclette sprovviste di luci anteriori e posteriori.
Non ci sarebbe nulla di scandaloso se tale ordinanza fosse stata emessa in tempi utili per consentire una corretta informazione tra i lavoratori e per permettere, quindi, la messa in regola dei mezzi.


Tutte le ordinanze che comportano obblighi devono riportare, per essere recepite in tempo, una data di decorrenza e non avere valenza immediata. La comunicazione dovrebbe poi essere esposta all'ingresso in stabilimento ed anche presso le portinerie.


Solo così disposte, con tali requisiti, le ordinanze potrebbero essere definite come preventive e non vissute dai lavoratori come repressive, cosa invece che sta accadendo oggi.


I lavoratori sono infatti ignari di tale disposizione. Nulla è comparso nelle portinerie e molti operai sono dovuti tornare a casa per cambiare il mezzo di locomozione, oppure sono dovuti entrare a piedi.


Un metodo sbagliato quindi da intendersi repressivo e per nulla democratico, dato che sono stati diversi i lavoratori che hanno dovuto subire un disagio perché fermati dagli addetti alla vigilanza e rimandati indietro.
Siamo ben coscienti che all'interno dello stabilimento la viabilità non può esentarsi dalle regole del Codice della Strada, anche se in un contesto di proprietà privata.


Intendiamo però porre l'accento sulla qualità del trattamento e sulle attenzioni riservate ai lavoratori, anche su questioni che sembrano residuali.
Non è possibile accedere allo stabilimento con lo scooter, ma dirigenti, quadri ed impiegati hanno il parcheggio auto all'interno della fabbrica e davanti ai reparti.


Non si può entrare con biciclette senza luci, ma ancora nello stabilimento girano auto vecchissime in dotazione ai reparti, mal funzionanti, spesso senza luci e con revisioni scadute da molto.


Anche la questione legata allo “svecchiamento” del parco auto, evidenzia una manovra propagandistica dell’azienda che è bene porre in risalto: le auto elettriche sono sì il futuro della mobilità, ma è bene cambiare tutto il parco macchine e non solo quello di dirigenti e quadri!


Una direzione aziendale veramente attenta alle tematiche ambientali, obbligherebbe anche le ditte appaltatrici ad usare mezzi compatibili con le direttive in materia di emissioni, visto che la salvaguardia della salute ambientale deve essere un obbligo collettivo, come il rispetto del Codice della Strada.


Vorremmo infine, che la stessa determinazione con cui si chiede ai lavoratori il rispetto di tale norme e prescrizioni, venga usata per risolvere problemi ben più gravi, come quelli legati alla sicurezza nei reparti con i quali i lavoratori fanno i quotidianamente i conti.


USB Federazione Provinciale di Terni