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La lezione di Venezia: il diritto di sciopero non si tocca e USB lo difenderà a oltranza

Venezia -

Abbiamo affrontato la questione dell'esercizio del diritto di sciopero, nei servizi pubblici essenziali, in tutte le forme; abbiamo scomodato giuristi e costituzionalisti, organizzato seminari, convegni e conferenze pubbliche per affermare che l'esercizio del diritto di sciopero è un diritto costituzionale soggettivo del lavoratore esercitato in forma collettiva.

Non è una proprietà di un sindacato “firmatario di contratto nazionale” né di un sindacato “non firmatario”, tanto meno è un diritto che si modifica in funzione di quale sigla lo proclami e/o da quanti associati essa abbia. Alle istituzioni ed agli organi di informazioni questo semplice dato, sancito costituzionalmente, proprio non entra in testa, sembra che si faccia gran fatica a comprenderlo e digerirlo.

A comprenderlo, senz'altro, sono stati però i lavoratori dei trasporti che il 10 novembre sono tornati a scioperare in tutto il paese; sicuramente lo hanno compreso i lavoratori della navigazione lagunare della città di Venezia che hanno scelto in forma compatta di scioperare nonostante l'invito al crumiraggio fatto da tutte le altre sigle sindacali.

Al di là della propria tessera sindacale hanno valutato e condiviso le motivazioni dello sciopero, hanno compreso che le ricadute che subiscono sul proprio posto di lavoro provengono dalle politiche di un sistema che garantisce profitti ai padroni e miseria a tutti gli altri. Per questo, oltre a scioperare, hanno partecipato al corteo che ha sfilato per la città di Venezia lasciando “pennivendoli” e politici ad interrogarsi del come sia stata possibile una forma di protesta così ampia.

Eppure, l'Unione Sindacale di Base aveva formalmente scritto ad azienda ed istituzioni per stabilire in modo condiviso le fasce orarie di garanzia del servizio ma, in un clima che vedeva cgilcisluil convinte di avere la situazione sotto stretto controllo al punto da rassicurare tutti che nessun lavoratore avrebbe scioperato con l'USB, un clima in cui l'azienda ha preferito ricorrere al banale calcolo delle probabilità mentre le istituzioni non ritenevano utile di doversi confrontarsi con l'USB nel merito della regolamentazione territoriale in caso di sciopero nei servizi essenziali, i lavoratori hanno semplicemente scelto di esercitare il loro sacrosanto diritto di scioperare.

Sono bastate poche ore dall'inizio dello sciopero per comprendere la determinazione dei lavoratori, il messaggio è arrivato forte e chiaro sia all'azienda che alla politica; la prefettura ha scelto la via più breve emanando il precetto, un precetto improvvisato, illegittimo che non ha potuto fare il suo corso e la maggioranza dei lavoratori ha continuato a scioperare e a manifestare.

Ora che i vaporetti hanno ripreso a navigare riparte inesorabile, inasprendosi nuovamente, l'attacco scomposto al diritto di sciopero partito dal Governo e dai partiti di maggioranza, con personaggi del calibro di Delrio, Ichino, Sacconi e Damiano.
Non è certo casuale che sulle pagine dei quotidiani torna a tuonare il dato che nella Legge di bilancio 2018 si stia discutendo di obbligare il lavoratore a dare una adesione preventiva di 7 giorni allo sciopero, che i giorni che dovranno intercorrere tra uno sciopero e l'altro potrebbero essere raddoppiati, che le franchigie potrebbero essere riviste.

Questo irrefrenabile desiderio di imporre ulteriori limitazioni a questo diritto corrisponde alla necessità da parte di un sistema malato di bloccare il conflitto aperto dei lavoratori e non disturbare i tanti manovratori che stanno mandando il paese verso il baratro; un irrefrenabile desiderio che rasenta un vero e proprio attentato alla costituzione.

L'Unione Sindacale di Base ha scelto di battersi per l’affermazione dei diritti e della democrazia. Siamo il sindacato della classe lavoratrice per la difesa del welfare, contro le privatizzazioni, per salari, reddito e pensioni adeguati, per la difesa dell’istruzione, della previdenza e della sanità pubblica, per il diritto all’abitare.
Costruiamo un percorso di alternativa e di lotta,
Non ci tireremo indietro nel difendere l'esercizio del diritto di sciopero.

Unione Sindacale di Base