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Morto a 19 anni per consegnare pizze, USB: ancora un omicidio sul lavoro, stroncare lo sfruttamento dei riders

Nazionale -

Di giorno lo studio all’Istituto Alberghiero Perotti di Bari, di sera al lavoro per consegnare pizze. Un rider di 19 anni, Alberto Piscopo Pollini. Sabato sera verso le 22,30 è stato travolto sullo scooter attrezzato per la consegna delle pizze da una Citroen C3 guidata da un coetaneo. È spirato nella notte per la gravità delle lesioni riportate. Oggi pomeriggio alle 16 i funerali nella chiesa di San Francesco d’Assisi, al quartiere Japigia.


Si torna così a parlare dell’esercito di precari in tutti i sensi conosciuti come riders, poco più di due mesi dopo la morte di Maurizio Cammillini, 29 anni, schiantatosi a Pisa per consegnare due panini e un fritto. Era in prova, correva per evitare di essere sanzionato di 3 euro come il giorno prima per un ritardo nella consegna. Si torna a parlarne sei mesi dopo l’incidente in cui Francesco Iennaco, 28 anni, ha perso una gamba finendo sotto un tram a Milano.


Qualche segnale di attenzione era arrivato, da parte del governo, ma tutto è caduto nel dimenticatoio prima ancora di affrontare la questione. Nella stessa situazione di Alberto si trovano moltissimi giovani. E tanti altri sono quelli impiegati nella grande distribuzione, nella logistica, nei call center, con paghe risibili, ritmi stressanti, sfruttamento continuo. Alle soglie della schiavitù.
Lo sfruttamento che decine di migliaia di giovani vivono quotidianamente è inaccettabile, questo è il frutto delle politiche portate avanti ormai da decenni, con la grave complicità di tutti i governi e di cgilcisluil, quelle che sostengono e incentivano la precarietà e lo sfruttamento.


È ora che gli organismi preposti, in primis l’Ispettorato Nazionale del Lavoro, intervenga con determinazione. Che gli Enti Locali non diano autorizzazioni ad attività commerciali che non rispettano i contratti di lavoro. Che si metta fine alle nuove forme di schiavitù e precariato.


L’Unione sindacale di Base, nell’esprimere la solidarietà alla famiglia di Alberto Piscopo Pollini, mette a disposizione le proprie strutture per denunciare queste situazioni di lavoro.
 

 
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