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Diritto di sciopero, a Milano un nuovo pesante attacco contro USB e i lavoratori. Differita l'agitazione della Polizia Locale

Roma -

“Contemperamento degli interessi costituzionalmente garantiti”. Nascosto dietro questa formuletta da azzeccagarbugli manzoniano, il prefetto di Milano ha messo una pietra tombale sul diritto di sciopero, ordinando per la seconda volta consecutiva il differimento dell’astensione dal lavoro della Polizia Locale di Milano proclamato dall’Unione Sindacale di Base.

Era accaduto per lo sciopero del 7 dicembre, accade per quello del 24 marzo. Singolarmente, sullo sfondo c’è l’ennesimo, pesante attacco contro USB firmato dal Garante, che ha di fatto vietato lo sciopero generale del 12 aprile. Un provvedimento contro il quale USB ha presentato ricorso al Tar.

Secondo il prefetto di Milano gli interessi costituzionalmente garantiti sono quelli di chi vuole correre la Stramilano ma non quelli dei lavoratori che da mesi attendono risposte da un’amministrazione comunale cieca e sorda, guidata da un sindaco che interpreta da solo tutte e tre le note scimmiette: non vede, non sente e non parla.

Sala rifiuta di discutere con il sindacato di 8 punti concreti, il prefetto di Milano gli tiene bordone disarmando i lavoratori del diritto “costituzionalmente garantito” di sciopero.

USB denuncia pubblicamente l’ennesimo attacco al diritto di sciopero sponsorizzato da un’amministrazione sedicente progressista e si impegna a portare comunque avanti le rivendicazioni dei lavoratori.

 

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