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Licenziati per ritorsione: a Piacenza protesta a oltranza dei 33 facchini sul tetto di GLS. Giovedì conferenza stampa con Aboubakar Soumahoro

Roma -

Prima notte sul tetto della GLS, a Piacenza, per i 33 facchini licenziati per motivi disciplinari da Seam, la srl aggiudicataria dell’appalto di gestione del magazzino della multinazionale.

Una gestione disinvolta, con il beneplacito di GLS, in cui il lavoratore sindacalizzato, quello “scomodo”, che rivendica i diritti e il giusto salario, viene subissato di contestazioni disciplinari fino ad arrivare, appunto, alle lettere di licenziamento consegnate lo scorso 29 gennaio.

I 33 facchini licenziati, gli altri 54 dichiarati in esubero a febbraio, e con loro tutta l’Unione Sindacale di Base, attendono risposte più volte promesse e mai arrivate. Vedi le rassicurazioni avute al Ministero del Lavoro il 22 febbraio scorso, quando in occasione del riuscito sciopero nazionale della logistica proclamato da USB, fu annunciata la convocazione di GLS, l’apertura di un tavolo nazionale sulla logistica e l’accensione di un faro su un sistema di caporalato e lavoro nero che ha trasformato l’intero settore nella terra dell’assenza dei diritti.

I 33 lavoratori licenziati proseguiranno nella loro protesta fin quando le loro ragioni non troveranno ascolto e non saranno ristabiliti i diritti sindacali ed economici violati.

Giovedì 18, alle ore 12, USB convoca una conferenza stampa con Aboubakar Soumahoro davanti alla GLS di Piacenza, in via Riva, località Montale.

USB Settore Logistica