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Ecco un altro governo che ci mette pesantemente le mani in tasca. USB porterà in piazza le lotte e le vertenze

Roma -

La discussione di questi giorni sull’ineluttabilità dell’aumento delle aliquote IVA, con un aggravio di spesa per ogni singolo cittadino di ben 538 euro all’anno, sta virando sull’entità della manovra d’autunno, che veleggia attualmente sui 40 miliardi.

L’IVA è forse la tassa più odiosa che ci sia: non distingue il povero dal ricco, anzi è una forma di ampliamento delle disuguaglianze. Aumentare l’aliquota IVA di 2-3 punti percentuali come si legge da più parti non avrà lo stesso effetto sulla spesa delle famiglie dei lavoratori e su quella dei borghesi: 538 euro di maggiore spesa annua per ogni cittadino, neonati e novantenni compresi, non peseranno allo stesso modo sul salario di un operaio o di un impiegato e sul reddito di chi guadagna centinaia di migliaia di euro e magari evade le tasse.

L’IVA non rispetta la progressività della tassazione che è un dettato costituzionale. Art.53 della Costituzione, progressività del sistema tributario italiano e capacità contributiva: ... “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.”

L’IVA è una tassa pressoché occulta, quasi sempre già incorporata nel prezzo di vendita, non guarda in faccia nessuno e si applica su ogni bene che noi acquistiamo, a prescindere da chi lo acquista e di quanto essa pesi percentualmente sul reddito di ciascuno. Il governo con la Legge di stabilità per il 2019 ha sterilizzato e rinviato al 2020 e poi al 2021 due aumenti dell’IVA per un totale di nuovi introiti pari a 57 miliardi di euro. Ma adesso i nodi vengono al pettine e a pagare saremo chiamati tutti.

Di fronte a questa necessità di bilancio, a un mese scarso dalle elezioni europee, le forze di governo si affannano a trovare un modo per tranquillizzare tutti ed evitare di dover applicare l’aumento. Così viene fuori l’altra magnifica idea, una manovra finanziaria da ben 40 miliardi di euro solo per il 2020, di cui 23 miliardi per evitare l’aumento dell’IVA per il prossimo anno.

Ormai abbiamo imparato tutti a tremare davanti alla presentazione della Legge di stabilità, la manovra finanziaria appunto, perché è lì che si disegna il quadro economico dell’anno successivo, è lì che si stabilisce a chi prendere e a chi dare, e la storia ci insegna che spesso tutto si risolve con tagli e sottrazioni al sistema pubblico e sociale, e regalie e investimenti per il privato e le imprese.

Da anni invece USB chiede e continua a chiedere una patrimoniale che colpisca duramente i grandi patrimoni e chi si è arricchito mentre la crisi divorava salari e stipendi.

Avevamo visto giusto a convocare lo sciopero generale per il 12 aprile, poi vietato dalla commissione antisciopero, avevamo visto giusto a convocare i lavoratori nelle piazze per difenderci dall’austerity invocata da Bruxelles e attuata da ogni governo senza battere ciglio a prescindere dalla sua composizione, abbiamo visto giusto a non abbassare la guardia e a convocare gli scioperi di settore o di categoria per pretendere una diversa politica contrattuale, contro le disuguaglianze e per difendere il diritto di sciopero.

Ancora una volta questo non è però sufficiente e dovremo avere la forza e la capacità, in autunno, di unificare le lotte e le vertenze e portarle in piazza per impedire che, quale che sarà il governo in carica, si continui a mettere le mani in tasca alle famiglie dei lavoratori.

 

Unione Sindacale di Base