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Ricerca pubblica in sciopero il 10 maggio per rivendicare il proprio ruolo nella lotta alle diseguaglianze

Roma -

È opinione comune che la conoscenza, la ricerca sono strumenti importanti per combattere le diseguaglianze. Parliamo ovviamente della Ricerca Pubblica, non di quella privata dedicata all’accrescimento del profitto. Di quella Ricerca che avendo come obbiettivo il miglioramento della qualità della vita, contribuisce a creare le basi affinché la forbice delle disuguaglianze si faccia sempre più stretta. Di quella Ricerca che svolge attività di controllo rispetto a temi che sono causa di disuguaglianza, dalla salute all’ambiente, dalla formazione all’energia. Di quella Ricerca che ha come unico referente la committenza sociale, i cittadini, il popolo.

Quella Ricerca Pubblica che nonostante tagli, interventi legislativi dannosi, una dirigenza spesso inadeguata, riesce ancora a mantenere un livello qualitativamente piuttosto alto. Per quanto ancora, però, non si sa.

La ricerca ha bisogno di una governance unitaria staccata dalla Scuola, che coinvolga tutti i ministeri vigilanti, attribuendo una funzione di coordinamento ad un dipartimento della Presidenza del Consiglio od un Ministero dedicato, rendendo omogenee, trasparenti, indipendenti le nomine dei vertici.

La ricerca ha bisogno di fondi. Lo diciamo da anni e vincendo molte lotte di precariato abbiamo contribuito, nonostante cgilcisuil ci dessero dei visionari, alla restituzione di parte dei tagli che dal 2008 in poi si sono abbattuti sul settore. Ma non basta. Per rendere la ricerca pubblica uguale a quella che rende profitto al privato va defiscalizzata in maniera pesante usando i fondi già regalati all’impresa.

Il personale della ricerca ha bisogno di un comparto di contrattazione indipendente perché ha una funzione, un’organizzazione del lavoro, un reclutamento, problematiche del personale diverse dalla Scuola!

I precari della Ricerca hanno bisogno di certezze. Il Governo deve intervenire sul MIUR e sulle dirigenze degli enti che, insieme ai sindacati complici, sono i veri responsabili della mancata stabilizzazione

Ricercatori, tecnici e amministrativi hanno bisogno di salari adeguati alle loro professionalità. I nostri stipendi sono meno della metà di quelli dei nostri colleghi tedeschi od olandesi. L’elemosina ricevuta con l’ultimo contratto siglato da CGILCISLUIL e le cifre stanziate in legge di bilancio mostrano continuità nella volontà di affossare il nostro settore.

L’intesa del 24 aprile tra MIUR e sindacati collaborazionisti, che ha portato alla revoca del finto sciopero proclamato per il 17 maggio, non risolve nessuno di questi temi ed è propedeutica anche ad una dannosa regionalizzazione contrattuale in fase integrativa. Inoltre è dominata dalla scuola, ennesima dimostrazione dell’emarginazione alla quale è stata condannata la ricerca pubblica per assecondare i desiderata della FLC.

NOI NON REVOCHIAMO!

IL 10 MAGGIO SCIOPERIAMO!

Per rivendicare la nostra funzione nei confronti della committenza sociale

e per vederla riconosciuta a tutti i livelli, a partire da quello salariale!

USB Pubblico Impiego – Ricerca