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Strage ferroviaria di Viareggio: nel decimo anniversario la sentenza d'appello inchioda i vertici FS alle loro responsabilità

Roma -

Alla vigilia del decimo anniversario della strage di Viareggio, in cui il 29 giugno 2009 restarono uccise 32 persone nelle loro case o nelle strade adiacenti alla stazione, è arrivata la conferma da parte della Corte di Appello di Firenze delle condanne già emesse in primo grado per i vertici del Gruppo FSI: Mauro Moretti ( ex RFI, 7 anni di reclusione), e lo sconto di circa un anno e mezzo agli ex amministratori delegati delle società FS, Soprano (ex Trenitalia, 6 anni di reclusione), Elia ( successore di Moretti a RFI, 6 anni di reclusione ).

La Corte d'Appello di Firenze ha specificato la centralità del contesto da cui ha proceduto la dinamica della strage, attribuendo ulteriori responsabilità a Mauro Moretti come amministratore delegato dell'intero gruppo FSI (Holding), individuando la preminenza di questa figura nell'organizzazione e nel controllo dei sistemi di lavoro nelle Ferrovie, che risponderanno anche in sede civile per i risarcimenti dei danni.

Anche le condanne per gli altri responsabili delle società private GATX, Jungenthal e Cima, colpevoli a vario titolo della mancata manutenzione dei carri noleggiati alla società Cargo Chemical di FSI, sono state in parte confermate con pene dagli 8 ai 4 anni di reclusione, senza però accogliere la richiesta del raddoppio delle condanne come chiesto invece dal pubblico ministero.

Nell'aspettare la conclusione di tutti i gradi di giudizio, quello che si può evidenziare di positivo di questa sentenza è proprio il chiarimento sulla catena delle responsabilità che hanno portato alla strage del 29 giugno 2009, con la conferma dell'impianto accusatorio verso i vertici delle società, le cui responsabilità sulla sicurezza delle attività produttive rischiavano di disperdersi nei meandri delle deleghe aziendali e degli appalti, come avrebbero voluto gli avvocati della difesa degli amministratori delegati imputati.

Le gravi violazioni in materia di sicurezza, che costano la vita a decine di lavoratori ogni settimana in ogni posto di lavoro, possono coinvolgere anche i cittadini non addetti alle attività quando si tratta di grandi opere per i servizi al Paese, e anche di questa eventualità sono responsabili i vertici delle imprese di produzione: se questa è la visione della sentenza d'appello per Viareggio, resta da sperare che faccia scuola anche nei processi in corso per altre immani stragi: Corato, Pioltello o lo stesso viadotto di Genova.

Positiva anche la conferma di parte lesa per alcuni rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza costituitisi e riconosciuti già nel primo grado del processo; anche qui bisogna attendere le motivazioni della sentenza per capire, invece, il perché dell'esclusione di alcuni di essi.

Questa sentenza puntella lo sforzo dei famigliari delle vittime, delle associazioni dei cittadini e delle organizzazioni dei ferrovieri per ottenere verità, giustizia e sicurezza. Uno sforzo da sostenere e mantenere in atto, per fronteggiare la costante pressione di potentati e padronati sulle condizioni di lavoro e di cittadinanza in Italia, e che serva ancora da pungolo verso le istituzioni per l'attuazione di politiche di reale contrasto delle tendenze all'illegalità nelle imprese produttive del Paese.

Un richiamo a latere della sentenza va fatto al caso di Riccardo Antonini, il dipendente di RFI a Viareggio licenziato dall'amministratore delegato Mauro Moretti per aver dato supporto alle associazioni dei familiari delle vittime come perito di parte nel processo, come agli altri casi di licenziamenti e sospensioni disciplinari verso ferrovieri per il loro impegno sulla sicurezza e che nei tribunali hanno visto clamorosamente negata la giustizia; è auspicabile adesso un intervento delle massime istituzioni del Paese per ristabilire una coerenza dei fatti e della giustizia, imponendo il reintegro e il risarcimento dei danni per queste persone emblematiche dell'impegno civile e politico-sindacale in Italia.

Unione Sindacale di Base esprime la giusta soddisfazione per la sentenza della corte di appello di Firenze, e massima solidarietà ai familiari delle vittime, ai cittadini di Viareggio e ai ferrovieri impegnati in questa grande battaglia, che sarà di aiuto per tutti nel prosieguo della lotta per la giustizia e la sicurezza di lavoratori e cittadini.

 

Unione Sindacale di Base – Lavoro Privato – Attività Ferroviarie