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Ricerca, sciopero USB per rilancio del CREA e stabilizzazione dei precari. Mercoledì 11 settembre dalle 10,30 presidio al Ministero dell'Agricoltura

Roma -

Cambiano i governi ma i precari restano precari. Si ricompongono maggioranze parlamentari, ma il CREA resta commissariato e ridotto nei fondi. I lavoratori, precari e non, del principale Ente di ricerca in agricoltura non possono attendere oltre. Per queste ragioni, leggendo il programma del governo e le dichiarazioni del nuovo ministro Bellanova, l’Unione Sindacale di Base - Ricerca ha mantenuto le iniziative già programmate e ha indetto per mercoledì 11 settembre lo sciopero del Consiglio di Ricerca per l’agricoltura (CREA) e un presidio dalle 10,30 davanti al ministero vigilante in via XX Settembre a Roma.

Circa 200 precari storici (anzianità media 10 anni) già selezionati in graduatoria e circa altri 50 tra operai agricoli e precari senza idoneità, ma fondamentali per la ricerca pubblica attendono da mesi di vedere finalmente rispettati i loro diritti e si aspettano che il nuovo governo dia soluzione a questa intollerabile situazione.

USB Pubblico Impiego ha rinnovato alla Commissione Europea la denuncia contro la reiterazione dei contratti anche atipici che per anni hanno permesso al CREA, così come al CNR, all’INAF, all’INGV e all’INFN, di sfruttare personale altamente specializzato. Attraverso le norme introdotte dall’allora ministro Madia, durante il governo Gentiloni parziali risposte sono state attuate ma il precariato non è debellato, anzi.

Mercoledì 11 settembre USB in piazza con i precari CREA chiederà al nuovo ministro:

di agire, ora e subito, per predisporre le assunzioni già programmate e poi bloccate durante il dicastero Centinaio;

di aprire subito le consultazioni per rinnovare i vertici vacanti dell’Ente, scegliendo esperti indipendenti ed autorevoli;

di rifinanziare con fondi pubblici le ricerche importanti per l’agricoltura italiana;

di sostenere all’interno del governo la costituzione del comparto Università e Ricerca, per poter affrontare seriamente le problematiche del personale degli EPR, con gli stipendi tra i più bassi in Europa.

Mercoledì 11 USB verificherà se il nuovo ministro ha intenzione di segnare una discontinuità con chi l’ha preceduta e rispettare il primo punto del programma di governo (la ricerca) con risposte concrete alle rivendicazioni di lavoratori di un ente che, se confermato il commissariamento, rischia seriamente di andare in crisi.

In assenza di segnali positivi, USB manterrà lo stato di agitazione portando le istanze dei lavoratori CREA direttamente al Parlamento.

Unione Sindacale di Base – Pubblico Impiego - Ricerca