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21 lavoratori dell'Iper di Cremona denunciati per aver difeso il posto di lavoro: continua l'attacco al diritto di sciopero

Roma -

"L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro", recita l'articolo 1 della Costituzione. Ma se cerchi di difendere questo principio vieni picchiato e denunciato.

 

Nei mesi scorsi IPER Montebello spa, azienda leader nel settore della grande distribuzione, ha annunciato senza preavviso che 170 dipendenti della propria piattaforma logistica di Soresina (CR) potevano considerarsi in mezzo ad una strada poiché il magazzino veniva spostato nella Bassa Bergamasca e non c'era nessuna intenzione di preoccuparsi del loro futuro lavorativo.

 

Cosa dovevano fare questi facchini maggioritariamente organizzati in USB? Ringraziare il padrone ed organizzarsi per portare le famiglie a vivere sotto un ponte? Ovviamente hanno dato avvio a una lotta determinata fatta di trattative, incontri, coinvolgimento delle istituzioni locali (Prefettura e Sindaco) e scioperi.

 

Una protesta lunga e determinata che ha portato la società a ricredersi e a favorire un percorso di reinserimento lavorativo mediante sostanziosi incentivi economici per chi sceglieva di non allontanarsi da Soresina e l'assunzione diretta (senza più la mediazione di appaltatori) nei negozi ove i lavoratori accettavano di spostarsi.

 

Una lotta però che la filosofia "salvianiana" di chi gestisce l'ordine pubblico ha fatto fatica a digerire e così, dopo la positiva soluzione della vicenda, arrivano ora 21 denunce agli scioperanti per quanto avvenuto il 14 giugno scorso davanti ai cancelli del magazzino.

 

La Questura cremonese parla di impedimento all'uscita dei camion.

 

Peccato che quel giorno i camion fossero vuoti poiché lo sciopero coinvolgeva il 100% delle maestranze, non solo gli iscritti ad USB.

 

Peccato che i violenti fossero i figli dei lavoratori venuti a solidarizzare coi padri in lotta anche per il loro futuro.

 

Peccato che le bambine e i bambini abbiano dovuto subire il lancio dei lacrimogeni.

 

Peccato che i figli abbiano dovuto vedere i genitori manganellati,.

 

Peccato che il nostro iscritto Mansour abbia avuto una gamba rotta da un tutore dell'ordine, mentre nessun camion tentava di uscire.

 

Le 21 denunce sono un fatto grave e ingiustificato, sono una vendetta nei confronti di chi ha il coraggio di rivendicare diritti e dignità, sono ancora più gravi perché l'esito della vertenza ha dato ragione a chi lottava.

 

USB è al fianco dei propri iscritti e di tutti i denunciati per aver rivendicato giustizia e il rispetto della Costituzione. USB chiederà con forza ai ministri competenti e al governo della novità di fare due cose: quella nuova è di rottamare la stagione politica di Salvini, quella vecchia è di rispettare la Costituzione nata dalla Resistenza e con essa il sacrosanto diritto allo sciopero.

 

 

USB Lavoro Pivato settore Logistica