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ArcelorMittal senza vergogna: licenziato un delegato USB, chiediamo un incontro urgente a Conte e Patuanelli

Roma -

ArcelorMittal ha licenziato un delegato USB dello stabilimento tarantino. La sua colpa? Aver scioperato un giorno prima dell'omicidio del lavoratore precipitato con la gru in mare lo scorso 10 luglio, mentre sarebbe stato comandato sugli impianti. Una contestazione pretestuosa e destituita di qualsivoglia fondamento. Siamo davanti ad un fatto di una gravità senza precedenti nel nostro paese. Non solo la multinazionale dell'acciaio non rispetta gli impegni assunti in sede ministeriale all'atto dell'acquisizione del gruppo siderurgico ma, dopo aver incassato lo scudo dell'immunità penale, va all'attacco con la più classica e infame delle pratiche padronali: il licenziamento di un delegato sindacale. Il fatto che non si sia fermata neanche davanti alla mobilitazione straordinaria dei lavoratori dopo l'ennesimo omicidio sul lavoro la dice lunga inoltre sul carattere bieco e cialtronesco del suo management nei confronti dei dipendenti e della città tutta.

La rappresaglia ArcelorMittal ha uno scopo preciso: mettere a tacere tutti coloro che non si rassegnano a vivere nell'insicurezza, che non tacciono davanti agli impianti che cadono a pezzi e che contrastano il modello organizzativo della multinazionale che sta falcidiando posti di lavoro, salari e diritti.

ArcelorMittal ha acquisito il gruppo Ilva a prezzo di favore realizzando uno degli affari più lucrosi della sua storia, ha dettato e imposto le sue condizioni al servizievole ex ministro Calenda: migliaia di esuberi, cassa integrazione, scudo penale. Ora tenta di mettere anche il bavaglio ai lavoratori ed alla città. L'Italia come una zona franca del centro america dove l'unica legge è quella del padrone? Noi crediamo che non sia più tollerabile il rapporto con quest'azienda, con questo management.

Tutto ciò non rappresenta solo un problema di USB. Il licenziamento di un delegato che sciopera per chiedere il rispetto degli accordi è uno schiaffo violento a tutto il sindacato, alla città. Un atto vergognoso che vogliamo rovesciare con ogni mezzo. Ed è anche uno schiaffo al Governo che per la multinazionale altro non è che un fastidioso intoppo burocratico.

Per queste ragioni abbiamo chiesto un incontro urgente al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli.

Chiediamo che sia cancellato il licenziamento. Siamo pronti a dare battaglia

 

 

Sergio Bellavita

Unione Sindacale di Base