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TERREMOTO: LA RDB-CUB VIGILI DEL FUOCO SCRIVE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA E AL CAPO DEL GOVERNO

Roma -

Vogliamo un sistema di risposta all’emergenza che sia anche preventivo, adeguatamente finanziato e riportato alla sua funzione sociale

 

La RdB-CUB Vigili del Fuoco ha inviato in data odierna una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri, ai Presidenti di Camera e Senato e ai Presidenti dei gruppi parlamentari sulle problematiche inerenti la funzione e la condizione dei Vigili del Fuoco che sono state ulteriormente evidenzate nella gestione dell’emergenza sisma in Abruzzo.

 

“Ci rivolgiamo a Voi – recita la lettera - poiché siamo gente del soccorso, che prima svolge con professionalità l’emergenza e poi ci riflette sopra (….) Oggi ci troviamo con competenze maggiori, uomini e attrezzature in meno e in una gravissima situazione debitoria. Nonostante ciò  abbiamo mantenuto il dispositivo del soccorso ad un livello altissimo nel paese, tanto da essere imitati da altri”.

 

 “Riteniamo che, alla luce dell’rinnovata e riconsacrata importanza dei Vigili del Fuoco, la politica debba fare il necessario sforzo a riconsiderare urgentemente i criteri di finanziamento del personale del Corpo Nazionale”. La RdB-CUB VVF chiede di riconsiderare inoltre l’organizzazione dei Vigili del Fuoco: “una struttura ingessata e militarizzata”, mentre la realtà stessa assegna al Corpo una funzione essenzialmente sociale.

 

“Siamo l’unico ente dello Stato che può disporre di un contingente di ingegneri e professionisti ad orario continuativo, immediatamente sul campo, che si confronta con la popolazione e diviene l’interfaccia di esperti ed enti locali senza interposizione”, viene sottolineato nella lettera. “Una potenzialità, questa del Corpo Nazionale VV.F, che deve essere valorizzata nel paese per la messa in sicurezza di tutti gli edifici, le industrie, le attività produttive, e soprattutto per garantire la sicurezza nei luoghi  di lavoro”.

 

“Manca una attività preventiva delle emergenze, delle previsioni dei rischi – prosegue la missiva - il Corpo Nazionale è scollegato dai grandi centri di rilevamento delle attività sismiche o della previsione di alluvioni. Così come mancano punti di contatto con gli enti locali, che spesso si autorganizzano in modo difforme sul territorio”.

 

La lettera si conclude chiedendo: “un sistema in cui l’organizzazione e il coordinamento degli enti  che concorrono e collaborano all’emergenza sia pianificata ante evento calamitoso e non successivamente  o ad intervento in corso. Tutto ciò per  evitare il verificarsi di problematiche gestionali e/o di coordinamento dei soccorsi, come ci sono state in questo periodo, tale da ridurre i tempi per riportare alla normalità la vita quotidiana dei cittadini  delle zone interessate alle calamità naturali”.