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INPS: CONTRO MANSIONISMO E ACCORDO SUL WELFARE

PROTESTA A ROMA ED ASSEMBLEE DEI DIPENDENTI IN TUTTA ITALIA

Roma -

Questa mattina a Roma, presso la Direzione generale dell’INPS, i delegati delle RdB-CUB in sciopero della fame contro il mansionismo, hanno dato vita insieme ai dipendenti dell’Istituto ad una colorata protesta che si è svolta all’interno di una fontana a secco: con sdraio, ombrelloni, secchielli ed in tenuta da spiaggia hanno espresso la contrarietà delle RdB all’accordo “balneare” sul welfare. Contemporaneamente nelle altre sedi INPS sul territorio nazionale si sono tenute assemblee dei lavoratori.

Alla manifestazione è seguita una conferenza stampa, tenuta accanto al camper sito in Viale Civiltà del Lavoro - dove dal 23 luglio stazionano i digiunatori - che ha approfondito le ragioni della protesta.

 

Innanzitutto l’accordo che mantiene l’ innalzamento dell’età pensionabile, penalizzante per tutti i lavoratori ed in particolare per quelli degli enti previdenziali dove, con l’accorpamento nel Super-INPS, si determineranno ben 17.000 esuberi.

 

In secondo luogo, il fenomeno del mansionismo, dilagante in tutto il Pubblico Impiego e molto diffuso all’INPS, dove migliaia di dipendenti percepiscono uno stipendio inferiore al lavoro effettivamente svolto.

“Dall’INPS, che è il maggiore degli enti previdenziali, abbiamo più volte sollecitato un impegno a rivedere l’organizzazione del lavoro che risultasse di indirizzo anche per il resto del settore pubblico”, ha dichiarato Luigi Romagnoli, dirigente delle RdB-CUB in sciopero della fame. “Ma da parte dell’Amministrazione c’è chiusura totale, come pure in merito alla nostra richiesta di limitare l’utilizzo del personale precario. Adesso, con la trattativa per il rinnovo del contratto 2006-2009, che si vorrebbe chiudere nel giro di pochi giorni, Aran e confederali stanno facendo muro contro la nostra richiesta di una revisione dell'ordinamento professionale”.
 

Le RdB-CUB hanno inoltre denunciato un ennesimo furto a danno di lavoratori e pensionati:
il Decreto 45/2007, che ha introdotto l'obbligo di iscrizione d'ufficio alla "Gestione Creditizia Agevolata" dell'INPDAP per tutti i dipendenti pubblici e pensionati pubblici iscritti a forme di previdenza diverse dall'INPDAP. Questa norma si applica anche ai pensionati pubblici iscritti alle casse INPDAP ed a partire dal novembre 2007, sempre che il lavoratore o il pensionato non comunichino all'INPDAP la volontà contraria, sarà applicato un contributo pari allo 0,35% della retribuzione soggetta a contribuzione per i dipendenti, ed allo 0,15% della pensione per i pensionati.

“Un'ulteriore gabella basata sull'odioso meccanismo del silenzio assenso, che le RdB-CUB contrasteranno diffondendo una capillare informazione in tutti i luoghi di lavoro”, ha concluso Romagnoli.