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1° giugno manifestazione nazionale contro il governo Meloni: un passo avanti, un passo insieme

Roma -

Innegabile il successo della manifestazione nazionale di sabato 1 giugno contro il governo Meloni e le sue politiche antipopolari e guerrafondaie e innegabile anche il dato, veramente positivo, della partecipazione USB, sia dal punto di vista numerico che qualitativo.

Non era scontato, visto che si trattava di una mobilitazione politica, lanciata e costruita a partire dall’assemblea nazionale del 20 aprile a Roma convocata con un appello rivolto alla sinistra di opposizione sociale e politica, quella vera, e con la costituzione di un comitato unitario per la sua preparazione.

USB ha dibattuto e aderito a questo appello nella grande assemblea dei delegati e delle delegate USB, tenutasi a Roma il 16 maggio scorso, dove le ragioni dell’opposizione alla guerra e Alle politiche antipopolari del governo italiano sono state ribadite in decine di interventi.

Centinaia e centinaia di riunioni e assemblee nei territori, ad opera delle circa 70 tra associazioni aderenti all’appello sopracitato, hanno permesso di arrivare al successo che si è materializzato sabato scorso a Roma da piazza Vittorio fino a Porta Pia: dalle studentesse e studenti protagonisti delle accampate contro i progetti di collaborazione tra università italiane e israeliane e a sostegno della resistenza palestinese contro il criminale disegno genocida del Governo Netanyahu, ad un arco molto esteso di ambientalisti, di comitati contro le grandi opere, per la difesa dei diritti delle donne, messe fortemente in pericolo dalle scelte politiche odiose della “donna e madre Giorgia”, solo per citarne alcuni e poi organizzazioni e forze politiche e sociali.

Ma qui vogliamo evidenziare il lavoro, politicamente forte e organizzativamente molto impegnativo, messo in atto da tutte le categorie, pubblico Impiego lavoro privato federazione del sociale, dai settori e dalle federazioni regionali di USB – risultato reso possibile prima di tutto dall’aver individuato una felice sintesi politica tra l’opposizione alle scelte “interne” di questo governo fascista con l’attacco ai diritti, alle condizioni di vita dei settori popolari e le vicende legate alla guerra che agitano questa fase: al sostegno alla resistenza palestinese alla denuncia del criminale governo sionista, all’allargamento delle spinte alla guerra promosso dalla Nato, a partire dalla vicenda Ucraina che viene usata dall’Unione Europea per spingere gli stati nazionali a forti spese per il riarmo in uno sforzo bellicista di grande competizione e concorrenza con gli altri poli economici mondiali.

L’opposizione a questa terza guerra mondiale, per ora spezzettata in tanti conflitti regionali e locali e pericolosamente vicina ad una devastante deflagrazione generalizzata si coniuga, per quanto ci riguarda, con l’organizzazione del conflitto, delle lotte sugli obiettivi che USB ha individuato nella propria piattaforma politica: forti aumenti salariali in paga base per i prossimi rinnovi contrattuali a partire da quelli del Pubblico Impiego, riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, difesa della salute e sicurezza per lavoratrici e lavoratori con la presentazione della legge per l’introduzione del reato di omicidio e lesioni gravi sui posti di lavoro, forti finanziamenti per i servizi pubblici a partire dalla sanità, ormai ridotta ad un simulacro del servizio sanitario che abbiamo conosciuto alcuni decenni fa, esito dovuto alle politiche di austerità e a i tagli imposti dalla Commissione Europea e attuati da tutti i governi di questo paese, dal centro sinistra al centro destra, dai governi tecnici fino all’attuale.

Forte l’accento in questa piattaforma della denuncia del lavoro sottopagato e del precariato favoriti dalle nuove regole imposte da Salvini con l’ampliamento delle norme sugli appalti, dei diritti negati ai lavoratori migranti e al loro massiccio sfruttamento nei campi e nei magazzini della logistica, con in primis la richiesta dei permessi di soggiorno gridata a gran voce dai giovani immigrati abruzzesi rinchiusi nei centri di prima accoglienza. Significative le presenze dei lavoratori indiani che da più di sei mesi occupano la Prosus contro i licenziamenti, dei braccianti di Torretta Antonacci, in quel di Foggia, che da più di un anno hanno pure occupato e coltivato terre abbandonate e delle vertenze relative alle grandi fabbriche, prima fra tutte l’EX ILVA, la Piaggio, la SEVEL e tante altre, dei portuali protagonisti delle mobilitazioni contro le navi della morte, che attraccano nei nostri porti con carichi di materiale bellico pericoloso e della massiccia presenza dei lavoratori della manutenzione stradale della Regione Campania. Impossibile citarli tutti.

Il successo della manifestazione di sabato, la partecipazione convinta delle strutture USB ci danno una spinta ed uno stimolo in più per rafforzare la strada dell’intensificazione del conflitto di classe a tutto campo in vista anche dell’autunno e della prossima finanziaria, che si preannuncia ancora più pesante delle passate alla luce delle recenti prese di posizione dell’Europa contro l’eccesso di debito pubblico dei paesi aderenti, condizione che vede in primo piano l’Italia, e con la decisione di aumentare le spese militari.

UNIONE SINDACALE DI BASE