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16 febbraio, Firenze: un anno dalla strage di Via Mariti, USB in piazza con tante altre realtà. Fermiamo gli omicidi sul lavoro

Firenze -

A un anno dalla strage del cantiere Esselunga in via Mariti a Firenze, ricordiamo con dolore e indignazione i cinque operai che hanno perso la vita nel crollo della trave di 20 metri: Luigi Coclite, 60 anni, autotrasportatore, Taoufik Haidar, 43 anni, Mohamed El Ferhane, 24 anni, Bouzekri Rahimi, 56 anni, e Mohamed Toukabri, 54 anni. Uomini e lavoratori, vittime di un sistema che antepone il profitto alla sicurezza sul lavoro.

Dopo quella strage, come dopo tante altre, abbiamo sentito la politica ripetere il solito slogan: "Mai più!". Eppure, a distanza di pochi mesi, un’altra tragedia ha colpito i lavoratori della centrale Enel di Bargi, e le morti sul lavoro continuano senza sosta ad aumentare. Ogni giorno, lavoratrici e lavoratori rischiano la vita a causa di norme di sicurezza non rispettate, di appalti al ribasso, di controlli insufficienti e di una cultura padronale che considera la salute e la sicurezza un costo da abbattere.

La procura di Firenze ha evidenziato che la tragedia di via Mariti è stata causata da un errore di progettazione, con calcoli errati sulla resistenza della trave e materiali inadeguati per il sostegno dei carichi. Sono stati indagati il direttore dei lavori strutturali, gli ingegneri responsabili del calcolo e della produzione, oltre alla stessa impresa Rdb.Ita, nei confronti della quale è stato disposto il sequestro preventivo delle aziende.

Ma la giustizia, per quanto necessaria, non basta. Serve un cambiamento radicale: USB da tempo lotta per l'introduzione nel codice penale del reato di omicidio e lesioni gravi sul lavoro, per il rafforzamento del sistema di controlli con nuove assunzioni di ispettori e per dare più potere ai Rappresentanti per la Sicurezza dei Lavoratori (RLS).

In questa battaglia, USB è in prima linea insieme alla Rete Iside, con cui porta avanti una campagna per la sicurezza sui luoghi di lavoro e per un cambiamento normativo reale. La collaborazione ha portato alla presentazione di una proposta di legge per il reato di omicidio sul lavoro, un passo fondamentale per contrastare l'impunità e fermare la strage quotidiana nei luoghi di lavoro.

A nostro avviso, dalla vicenda di via Mariti si deve trarre un'ulteriore conclusione: occorre ripensare la gestione degli spazi pubblici come luoghi di vita per le comunità, non come aree di speculazione edilizia. Per questo, chiediamo la sospensione definitiva del cantiere e la realizzazione di un parco cittadino al posto dell’Esselunga, uno spazio verde dedicato alla memoria delle vittime della strage di via Mariti. Un parco che non solo onori il loro sacrificio, ma che rappresenti un simbolo della lotta per la sicurezza e la dignità dei delle lavoratrici e dei lavoratori.

Per questo, il 16 febbraio 2025 saremo in piazza a Firenze, insieme a tante altre realtà sindacali, politiche e sociali, per ricordare le vittime e per ribadire con forza il nostro messaggio:

BASTA OMICIDI SUL LAVORO! FERMIAMO LA STRAGE!

Non dimentichiamo le vittime di via Mariti. Non dimentichiamo nessuna vittima del profitto. Lavorare non può significare morire.