4 Aprile 2025 sciopero intera giornata di tutto il personale dell’Università
NO ALLE POLITICHE DI GUERRA, NO ALLA RIFORMA BERNINI, NO AI TAGLI ALLA SPESA PUBBLICA!
Mentre l’opinione pubblica è distratta dalla martellante narrazione sulla necessità di intensificare la dotazione bellica di 27 paesi dell’Unione europea, nel corso delle ultime settimane gli Atenei italiani hanno visto una fitta rete di mobilitazioni da parte di fondamentali settori della comunità universitaria contro la cosiddetta “Riforma Bernini” e i tagli al FFO culminate in un “Manifesto delle lavoratrici e dei lavoratori precari delle Università”. Una riforma che, nel generale contesto di crisi strutturale del modello neoliberale, unitamente al cronico sottofinanziamento, è lecito ritenere finisca con aggravare in modo molto preoccupante la consolidata tendenza alla disgregazione del sistema universitario pubblico con ricadute sociali che risentono delle diverse dinamiche territoriali.
Pungolata dalla frusta della competitività a tutti i costi, con un modello di governance autocentrato e sempre meno democratico, l’Università di oggi sta progressivamente smarrendo il suo significato di “bene comune”.
A farne le spese sono anzi tutto gli studenti e le studentesse, i dottorandi e le dottorande. Non solo perché per loro si conferma un futuro di precarietà e incertezza – e/o di emigrazione - ma anche perché la loro condizione odierna rappresenta la cartina di tornasole di una condizione più generale; perché assieme alle loro famiglie sono tra coloro che scontano i rovesci dei processi di trasformazione del tessuto urbano delle nostre città, divenute luoghi destinati al “consumo turistico” (e rendita immobiliare), nonché perché sono figli e figlie di una condizione salariale divenuta insopportabile.
La riforma del pre-ruolo con la moltiplicazione di figure precarie rischia inoltre di mettere una pietra tombale sulle aspirazioni di carriera accademica per larga parte di quel personale (ricercatori a tempo determinato di tipo A, assegnisti di ricerca, borsisti…) che col loro lavoro quotidiano rendono possibile l’attività didattica e di ricerca nelle università.
I tagli al FFO pongono in forma ancor più drammatica il problema delle esternalizzazioni, peggiorando ulteriormente le già vergognose condizioni di lavoro all’interno delle ditte appaltatrici.
E’ difficile, ugualmente, non nutrire serie preoccupazioni per il limitato turn over con conseguente incremento dei carichi di lavoro, la scarsa possibilità di carriera e la persistente asfittica dinamica salariale che riguarda il personale tecnico amministrativo e bibliotecario del comparto (T.A.B) e C.E.L.
A fronte delle insufficienze che si registrano in capo ai rinnovi dei CCNL (quello che si annuncia per il triennio 2022/2024 rischia di essere persino peggiorativo rispetto a quello vigente, peraltro già scaduto), il personale TAB ha visto nel corso degli anni una contrazione della parte salariale accessoria dovuta al contingentamento dei Fondi dedicati alla contrattazione decentrata.
Oggi sappiamo che per l’aumento delle spese militari e per le politiche di guerra si può andare in deroga al patto di stabilità mentre da anni ci vogliono far accettare che non è possibile contravvenire per:
- aumento salari
- aumento pensioni
- aumento assunzioni per abolire il precariato
- aumento spese sanitaria
- aumento spese per l’istruzione
- aumento spese per ricerca
- aumento spese tutela del territorio
Ma il Re è NUDO!
Queste sono le ragioni per cui USB, accogliendo favorevolmente le sollecitazioni provenienti da alcuni collettivi studenteschi, ha indetto una giornata di mobilitazione con la proclamazione di uno sciopero per l’intera giornata del 4 aprile 2025 del personale tecnico, amministrativo, bibliotecario, Cel, personale docente e precario delle Università.
USB Pubblico Impiego - Università