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Agricoltura e sicurezza, anche nel Lazio è il momento di applicare norme contro il caldo a tutela della salute dei lavoratori

Roma -

USB Lavoro Agricolo, dando seguito alle richieste fatte in Calabria e Sicilia, anche nel Lazio ha chiesto un incontro a prefetti, sindaci e regione per richiedere l’applicazione immediata di norme che tutelino i lavoratori dai rischi per la salute dovuti dall’eccezionale ondata di caldo!

Solo dopo il terribile caso di Camara Fantamadi, migrante di origine maliana che lavorava nelle campagne brindisine, ucciso a 27 anni dalle condizioni proibitive in cui era costretto a vivere e a faticare, la Regione Puglia ha emanato un’ordinanza con efficacia immediata che vieta di lavorare nei campi dalle ore 12.00 alle 16.00 per tutta la stagione estiva.

Camara è morto a Brindisi, ma il suo dramma sarebbe potuto accadere in qualsiasi altra campagna italiana, a Ragusa come a Lamezia, a Latina come a Viterbo. Si continua a lavorare, nonostante l'eccezionale ondata di caldo, per pochi spiccioli al giorno insufficienti per sopravvivere, ma che evidentemente bastano per morire.

Ad uccidere sono le condizioni di lavoro, nel caldo soffocante e ben oltre le 6 ore e mezza previste dal contratto nazionale. Si opera fino a 12 ore sotto il sole, o in una serra dove la temperatura percepita è il doppio di quella esterna, senza le dovute pause o turnazioni.

A questo si aggiungono le modalità di raggiungimento dei luoghi di lavoro: quando non si muovono in bicicletta, i braccianti vengono stipati su furgoncini. Solo due anni fa, nel Foggiano, in nemmeno 48 ore morirono 16 lavoratori che tornavano dal lavoro. E ogni giorno, i braccianti vengono investiti e uccisi mentre percorrono all’alba e al tramonto strade trafficatissime sulle loro sgangherate biciclette senza luci.

Se i datori sono interessati solo al loro profitto, USB si rivolge alla Regione Lazio e ed alle istituzioni territoriali di Viterbo e Latina, dove la nostra organizzazione è presente, perché dispongano emendamenti e leggi a livello locale che tutelino i braccianti, a partire dal divieto di lavoro nei campi nelle ore più calde, dalle 12.00 alle 16.00.

Chiediamo una risposta immediata. Non c’è più tempo, non possiamo aspettare l’ennesimo omicidio.

 

USB Lavoro Agricolo, Viterbo e Latina