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AMA: USB CON I LAVORATORI CONTRO LA SVENDITA DEL SERVIZIO PUBBLICO MARTEDÌ 28 FEBBRAIO MANIFESTAZIONE

Roma, via Calderon della Barca 87- ore 15,00

Roma -

I lavoratori dell’AMA con l’USB rilanciano la lotta in difesa delle proprie condizioni di lavoro e del servizio pubblico. Dopo l’importante adesione allo sciopero generale del 27 gennaio scorso, manifesteranno il 28 febbraio davanti alla sede della Direzione Generale AMA, in via Calderon della Barca 87 a Roma.

 

“Il piano sulla nuova organizzazione del lavoro – spiega Maria Teresa Pascucci, dell’Esecutivo provinciale USB - impone l’aumento dei carichi di lavoro, l’inserimento del 4° turno giornaliero, il lavoro domenicale obbligatorio per realizzare la cosiddetta “raccolta duale”, una finta differenziata che rischia di aggravare ulteriormente i problemi di pulizia della città”.

 

“Inoltre – prosegue la sindacalista -  mentre si elargiscono premi economici ai dirigenti, in molte zone della città vengono impiegati ancora mezzi obsoleti e a rischio.  La nostra organizzazione ha già effettuato alcune denunce alle autorità preposte sul problema sicurezza, ad esempio sull’uso di sostanze irritanti durante l’emergenza neve senza aver dotato i lavoratori delle necessarie protezioni, e ieri mattina l’Ispettorato del lavoro ha effettuato un sopralluogo su nostra richiesta per accertare possibili violazioni presso lo stabilimento multimateriale di Pomezia. Dal canto suo l’AMA sta creando un clima repressivo per frenare la ribellione dei lavoratori: 1.200 i provvedimenti disciplinari nel 2011; nei primi due mesi del 2012 sembrerebbe raggiunto quasi lo stesso numero”.

 

“Tra i motivi della protesta - aggiunge Pascucci - c’è anche la costituzione della Società AMA Soluzioni Integrate, una scatola vuota realizzata per contenere tutti i lavoratori e i servizi che si vogliono svendere a società di comodo, in cui sono stati ‘scaricati’ i  lavoratori della ex Marco Polo”.  

 

“Tutte queste misure, volte alla flessibilizzazione del lavoro, alla contrazione del salario, all’aumento dei contratti precari, alla riduzione dei diritti e dell’occupazione servono a realizzare una azienda snella, più conveniente ai piani di privatizzazione del servizio. Con l’iniziativa del 28 febbraio i lavoratori dell’AMA rivendicano migliori condizioni di lavoro ma anche il miglioramento del servizio, che deve rimanere pubblico, che deve effettuare una vera differenziata porta a porta, per il rilancio dell’occupazione per la difesa di un fondamentale bene comune”, conclude Pascucci.