Anila e gli altri uccisi del lavoro: ecco perché il reato di omicidio e lesioni gravi sul lavoro è così urgente
Nelle ultime ore il Paese è stato nuovamente sconvolto da una terribile morte di lavoro dalle tinte ottocentesche e che ricorda, nelle modalità, la terribile uccisione della ventiduenne Luana D’Orazio nel 2021.
Questa volta è un’operaia di 26 anni, Anila Grishaj, a perdere la vita in fabbrica: impiegata in una ditta di industria alimentare a Pieve di Soligo, in provincia di Treviso, la giovane è rimasta incastrata con la testa nel macchinario cui stava lavorando, subendo lo schiacciamento fatale delle vertebre cervicali.
Purtroppo questa non è stata l’unica uccisione sul lavoro avvenuta nelle ultime 24 ore: anche un uomo di 59 anni, Stefano Polletti, è stato travolto da una ruspa mentre lavorava in un cantiere nel polo chimico di Ravenna. Queste due morti si uniscono alle altre di un anno terribile, in cui sono state ormai superate le mille vittime.
Questi due decessi rappresentano perfettamente, purtroppo, lo stato di salute e sicurezza per lavoratori e lavoratrici di tutti i settori nel nostro Paese: spazi a rischio non delimitati, macchinari manomessi per aumentare la produttività, DPI non distribuiti o non a norma… una “normalità” che deve finire immediatamente! Basti pensare come, sempre nelle ultime ore, un altro giovane lavoratore sia rimasto gravemente ferito, in provincia di Udine, da un mezzo in manovra, mentre in Trentino un manutentore è rimasto gravemente ustionato dall’esplosione di una caldaia ed in un centro commerciale milanese allestimento un operaio è precipitato da una scala rompendosi una gamba.
In Italia, troppo spesso, le misure salvavita vengono ignorate o aggirate per diminuire costi e tempi di lavorazione, una vera e propria opera di speculazione grazie alla quale datori di lavoro senza scrupoli accumulano profitto sulla pelle dei lavoratori.
Per questo USB e Rete Iside, insieme ad altre forze politiche e sociali, hanno avviato una raccolta firme per una legge di iniziativa popolare che prevede l’introduzione del reato di omicidio e lesioni gravi e gravissime sul lavoro: una norma che vogliamo abbia un effetto pratico ed immediato di deterrenza nei confronti di chi pensa che le misure a tutela della sicurezza di chi lavora siano solo un costo, da ridurre al minimo. Per maggiori info e firmare online: https://leggeomicidiosullavoro.it/
Sono state raccolte migliaia di firme fin ora, ma ne servono altre per far si che il parlamento discuta questa importante legge. Per questo chiediamo a tutti i nostri iscritti, militanti e attivisti di attivarsi per organizzare altri banchetti ed altre iniziative di raccolta: ce lo chiedono Anila, Stefano e tutti gli altri uccisi dal lavoro nel nostro Paese.
Per poter frenare la strage sul lavoro, il reato di omicidio e lesioni gravi o gravissime sul lavoro è uno strumento urgente e necessario.
Unione Sindacale di Base
Rete Iside