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Asa Livorno, incalzata su bilanci e disservizi, risponde con le contestazioni disciplinari: metà del reparto fognature verso il licenziamento. Il Comune intervenga

Livorno -

Negli ultimi mesi, grazie anche al responsabile e costante lavoro delle organizzazioni sindacali in Asa SpA, società partecipata di distribuzione acqua e gas, si sta lentamente squarciando il “velo di Maya” sulla gestione del servizio pubblico in capo alla società del gruppo Iren.

Già ad aprile dell’anno scorso i lavoratori si erano mobilitati contro il mancato turn-over in alcuni reparti fondamentali come quello del gas, con conseguenti rischi anche per la sicurezza dei cittadini. Carichi di lavoro sempre maggiori per sopperire alla mancanza di personale e nuovi protocolli per gli interventi anche di urgenza e in reperibilità. I sindacati temevano, come accaduto per alcune lavorazioni un tempo in house, che tali procedure potessero nascondere la volontà di affidare a ditte esterne in appalto alcuni servizi. 

Nelle ultime settimane sono emerse altre criticità importanti tra cui probabili rischi per i bilanci, a causa di mutui milionari e mancati finanziamenti del PNRR. Contemporaneamente la dirigenza, in contrapposizione con la RSU, con una decisione imperativa aveva distribuito premi per un centinaio di migliaia di euro. Come se non bastasse, sempre in questi giorni, sono emersi dati preoccupanti per quanto riguarda i crediti considerati “inesigibili” da parte della stessa società.

Tutto ciò in un contesto che vede le relazioni sindacali ridotte ai minimi termini tanto che la RSU di Asa è stata ascoltata in consiglio comunale durante la riunione congiunta delle commissione 2 e 3.  In tale occasione è stato lo stesso assessore Simoncini ad ammettere che alcuni argomenti dovevano essere, eventualmente, affrontati in un tavolo sindacale e non certo nell’aula consiliare.

La dirigenza di Asa, invece di prendere atto di un malcontento generalizzato da parte dei lavoratori e di alcune problematiche di bilancio e di organizzazione del lavoro, ha deciso di rispondere con la repressione. La volontà di mandare un segnale chiaro a tutti i lavoratori e creare impedimenti ai  sindacati nella loro vera funzione, quella più importante, tutelare i lavoratori e il servizio.

A gennaio è arrivato il primo messaggio: 20 contestazioni disciplinari ad altrettanti lavoratori. Mercoledì scorso, la mazzata finale: il 50% degli operativi del reparto fognature, 9 su 18 lavoratori, è stato sospeso cautelativamente. Il preludio per arrivare al licenziamento. Intanto, e ci chiediamo se fosse anche quello l’obiettivo, gli operatori sono stati sostituiti da una ditta esterna.

Non è ovviamente questa la sede per affrontare nel dettaglio, lavoratore per lavoratore, il contenuto delle accuse mosse. I singoli faranno i propri passi anche dal punto di vista legale ed eventualmente assistiti dalle proprie organizzazioni sindacali. Ma è assolutamente evidente il carattere intimidatorio nella strategia dell’azienda che sta generando un clima di terrore mai vissuto in Asa.

USB non è un sindacato che si fa intimidire. Le ragioni dei lavoratori e dei cittadini non si vendono e non si barattano. Per questo siamo convinti che il Comune di Livorno deve intervenire immediatamente per evitare licenziamenti di massa. Nove famiglie rischiano di finire sul lastrico. Si intervenga piuttosto per garantire un servizio di qualità alla nostra città evitando, per prima cosa, di continuare a sprecare centinaia di migliaia di euro di soldi pubblici anche in futuro.

USB Livorno