Assemblea sulle nuove figure contrattuali precarie e sugli effetti per la Ricerca Pubblica: la risposta delle lavoratrici e dei lavoratori USB alle politiche belliciste
Mentre negli Enti Pubblici di Ricerca (EPR) continua fervida la lotta per ottenere le stabilizzazioni mediante l’applicazione delle norme vigenti (comma 2bis “Legge Madia”) o il reclutamento in tenure track (art. 12 bis D.Lgs 218/2016), all’orizzonte si affacciano nuove dinamiche che, tra letture normative restrittive e nuove figure contrattuali introdotte nel DL 45/2025, renderanno ancora più complicato rompere la gabbia delle precarietà.
La situazione del precariato si sta aggravando, stretta in una duplice morsa: da un lato, la crescente precarizzazione alimentata dall’incapacità della contrattazione collettiva di adattarsi efficacemente ai cambiamenti in atto; dall’altro, l’introduzione del contratto di ricerca – in sostituzione dei vecchi Assegni di Ricerca – prevista dall’ultimo CCNL (2019-2021) sottoscritto dai sindacati confederali. Un contratto, “non contratto” che la Consulta dei Presidenti degli Enti Pubblici di Ricerca (ConPER) sta già interpretando come becera collaborazione parasubordinata di durata biennale, rinnovabile per solo 1 anno, non computabile ai fini della stabilizzazione e senza alcun diritto sindacale. A questo si aggiunge la recente interpretazione dell’art. 141 comma 12 dello stesso CCNL che, in qualche Ente (vedi ISPRA), si applica già come diniego assoluto alla partecipazione a procedure concorsuali TD per il personale che abbia già maturato 36 mesi di esperienza nella stessa area professionale.
A tutto questo si aggiunge quanto disposto dal recente DL 45/2025 che introduce due ulteriori figure contrattuali precarie: incarico Post-doc, qualificato come “contratto subordinato” a TD, da uno a tre anni, in sostituzione dei vecchi RTD-A universitari e incarico di Ricerca, qualificato come borsa di studio per giovani in possesso di una laurea magistrale da non più di quattro anni, che prevede si applichi in materia fiscale la stessa disciplina delle borse di dottorato di ricerca e in materia previdenziale l’esclusione dall’obbligo di iscrizione alla gestione separata INPS. Infine, il DL stabilisce che l’esperienza lavorativa maturata con entrambe le figure contrattuali non è computabile ai fini della maturazione dei requisiti di anzianità necessari per la stabilizzazione. Tali novità normative per USB non sono emendabili, vanno asfaltate!
L’utilizzo “temporaneo, ma a vita” della forza lavoro, che è una forma di esplicita ricattabilità, è anche uno dei principali strumenti utilizzati dal sistema economico politico per modulare e controllare gli indirizzi della Ricerca Pubblica. In tal modo, si limita la capacità di lavoratrici e lavoratori di opporsi alla proliferazione di attività di Ricerca e Sviluppo (R&S) dedicate a tecnologie dual-use, adattabili ad esigenze operative di sicurezza e militari (vendita o concessione in licenza di brevetti specifici prodotta dalla comunità scientifica) o al profitto delle grandi lobbies.
USB rilancia la lotta con una piattaforma in aperto conflitto con queste posizioni reazionarie, precarizzanti e belliciste che prevede:
• Mantenimento in servizio del personale precario a tempo determinato, assegno di ricerca e altre forme contrattuali atipiche nelle Università ed Enti di Ricerca di cui all’articolo 1 del DLGS 218/2016.
• Stabilizzazione del personale precario degli Enti Pubblici di Ricerca a seguito dell’applicazione del comma 2 bis dell’articolo 20 del DLGS 75/2017.
• Stabilizzazione del personale tecnico ed amministrativo delle Università attraverso l’applicazione dell’articolo 20 del DLGS 75/2017 opportunamente emendato nel prossimo Decreto-legge PNRR previsto per maggio 2025.
• Stabilizzazione del personale precario con Assegno di Ricerca e Ricercatori a tempo determinato nei ruoli delle Università nel profilo di tecnologo.
• Piano straordinario di stabilizzazione ed assunzionale per complessivi 2 miliardi di euro, derivanti da conseguente diminuzione delle spese militari.
• La costituzione di un nuovo comparto di contrattazione per Ricerca, Università ed AFAM e l’investimento di 1 miliardo di euro per salari ‘europei’
• L’investimento di 10 miliardi di euro per il rilancio dell’università, attraverso il taglio delle tasse universitarie ed una nuova politica per gli studenti.
È urgente reagire, per questo USB convoca un’assemblea online per lunedì 16 giugno, alle ore 13, dedicata a tutti le lavoratrici e lavoratori precari degli EPR.
Questa importante iniziativa si inserisce in quadro più generale di un forte No alla Guerra con lo sciopero generale indetto da USB per il 20 giugno e la manifestazione Nazionale del 21 giugno.
Esecutivo Nazionale USB Ricerca
Link per Assemblea online per lunedì 16 giugno, alle 13: https://meet.goto.com/680186261