Basta part-time ciclico verticale: il 13 maggio è sciopero nazionale delle cooperative sociali
Martedì 13 maggio è sciopero nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori delle cooperative sociali. In concomitanza, si terranno presidi a Torino, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Bari e Ancona, mentre altre città si stanno organizzando per unirsi alla mobilitazione.
Il lavoro cooperativistico, sempre più diffuso nei settori a bassa tutela, è spesso sinonimo di precarietà, sfruttamento e salari minimi. Un sistema che scarica il peso del risparmio e del profitto sui lavoratori, riducendo diritti e garanzie.
Il part-time ciclico verticale è una chiara ed emblematica questione che continua a rappresentare una delle più gravi forme di precarietà e discriminazione contrattuale, privando migliaia di lavoratrici e lavoratori del diritto alla retribuzione e agli ammortizzatori sociali nei mesi di sospensione estiva delle attività scolastiche.
A peggiorare la situazione, la cancellazione del già insufficiente bonus di 550 euro, erogato negli anni precedenti come minimo sostegno al reddito durante i mesi non lavorati. Con la chiusura delle scuole, questi lavoratori restano senza alcuna forma di tutela: nessuna retribuzione, nessuna contribuzione previdenziale, con effetti devastanti anche sulla maturazione del diritto alla pensione (ogni quattro anni, un intero anno di contributi viene perso).
Il Governo ha inoltre accantonato il disegno di legge per l’internalizzazione del personale, tradendo le aspettative di stabilizzazione e giustizia contrattuale di migliaia di operatori e operatrici. La questione viene di fatto relegata alle disponibilità di Comuni e Regioni, senza un progetto nazionale strutturato, abbandonando i lavoratori a un destino incerto e disomogeneo sul territorio.
In un contesto in cui il costo della vita cresce senza sosta, i contratti – anche quando rinnovati – non riescono a garantire nemmeno la tenuta salariale sull’inflazione, aggravando ulteriormente la condizione economica di chi lavora nei servizi scolastici: lavoratrici e lavoratori essenziali, ma invisibili.
Sarebbe inaccettabile che, mentre il Governo aumenta le spese militari, non si trovi la volontà politica e finanziaria di destinare risorse a una spesa giusta, sostenibile e fondamentale come il sostegno al reddito per migliaia di lavoratrici e lavoratori. Le priorità devono cambiare: la dignità del lavoro e la giustizia sociale non possono messe in secondo piano.
USB chiama alla mobilitazione e allo sciopero il 13 maggio, rivendicando:
• L’internalizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori del settore scolastico-sociale
• L’accesso alla NASPI e alla cassa integrazione (FIS) nei periodi di sospensione lavorativa
• Un sostegno economico strutturale: un bonus pari alla retribuzione media dell’ultimo anno o un reddito di almeno 1000 euro per ogni mese (o frazione) non lavorato