Bergamo: contro multe e repressione, rivendichiamo la nostra mobilitazione!
Il 3 ottobre, in occasione dello sciopero generale convocato da USB e CGIL in appoggio alla Global Sumud Flotilla e contro il genocidio in Palestina, anche Bergamo è scesa in piazza come tutta Italia. Un corteo imponente, composto da circa 10.000 persone, è partito dal Comune per manifestare l’indignazione verso quanto stava accadendo e per denunciare i crimini compiuti da Israele e la complicità del governo italiano e dei paesi occidentali.
A un certo punto della manifestazione, affinché il corteo non si riducesse a una semplice passeggiata ma assumesse il carattere di un’azione politica forte e visibile, lo spezzone di USB, insieme a Potere al Popolo, agli studenti e alle studentesse di OSA, ai collettivi presenti e alle realtà della Rete Bergamo per la Palestina, si è staccato dal percorso iniziale dirigendosi verso la stazione. Migliaia di persone sono così entrate nell’area ferroviaria e hanno occupato un binario, bloccandolo per circa due ore.
In questi giorni stanno arrivando diverse multe da 300 euro indirizzate a compagni e compagne di USB, Potere al Popolo, altre organizzazioni e singoli manifestanti, accusati di essere entrati in un’area il cui accesso era vietato. È un chiaro gesto repressivo da parte delle forze dell'ordine e della Digos, che cerca di punire chi in quel giorno, come il 22 settembre e il 2 ottobre, non è rimasto a casa, ma è sceso in piazza perché non vuole essere complice del nostro governo e del genocidio in Palestina.
Rivendichiamo che il blocco della stazione è stato un atto politico e non può essere letto come un comportamento da reprimere con sanzioni. Il blocco della stazione è un gesto che si inserisce nel contesto straordinario di mobilitazioni di quei giorni, durante i quali centinaia di migliaia di persone in tutta Italia hanno bloccato stazioni, porti, strade e fabbriche per esprimere solidarietà al popolo palestinese e denunciare le responsabilità dell’imperialismo occidentale.
Rivendichiamo con orgoglio quelle giornate di lotta e solidarietà, rivendichiamo che la volontà di un popolo che lotta a fianco della Palestina non può essere ridotta al silenzio attraverso multe e denunce.
Quel giorno in stazione c'eravamo tutte e tutti: non si può colpire la solidarietà internazionale, né reprimere la forza di lavoratori e studenti uniti nello sciopero e nella protesta. Continueremo a lottare al fianco del popolo palestinese contro il genocidio e l'imperialismo, contro il riarmo e la finanziaria di guerra del governo Meloni, per un mondo più giusto e libero dall'oppressione.
USB Bergamo