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Buoni spesa, le proposte di USB Abruzzo all’ANCI per eliminare le criticità

Pescara -

USB ha scritto una lettera al presidente ANCI Abruzzo, Gianguido D'Alberto, con la quale si avanza un'analisi dell'efficacia attuale della misura relativa all'erogazione dei buoni spesa per le famiglie in difficoltà, accompagnata dalle nostre proposte per il perfezionamento dell'attuazione della misura da parte dei Comuni. Di seguito il testo della lettera.

 

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Nelle ultime settimane abbiamo assistito alla distribuzione da parte dei Comuni italiani dei buoni spesa finalizzati all’approvvigionamento di alimenti e altri beni di prima necessità, per fronteggiare l’emergenza alimentare.

400 milioni di euro assegnati ai Comuni dal Governo, attraverso l’ordinanza n.658 della Protezione Civile per finanziare aiuti alimentari ai nuclei familiari più esposti agli effetti economici derivanti dall’emergenza epidemiologica Covid-19 e a chi si trovi in stato di bisogno.

Le criticità legate alla misura, già denunciate dall’USB al momento della presentazione della stessa, non hanno tardato a concretizzarsi tristemente durante la fase di attuazione. I Comuni infatti, si sono ritrovati dover definire i criteri di accesso al fondo in maniera autonoma, e in tutto il nostro Paese si sono registrate situazioni molto diverse tra loro. Abbiamo così assistito all’esclusione dall’assegnazione dei buoni di tante famiglie bisognose.

 

L’indicazione contenuta nell’ordinanza della Protezione Civile, di dare priorità ai nuclei familiari bisognosi “non già assegnatari di sostegno pubblico” è stata oggetto di enorme discrezionalità interpretativa, dando luogo alla proliferazione di bandi recanti criteri escludenti e talvolta discriminatori. Ad esempio, laddove alcuni Comuni hanno escluso dall’accesso ai buoni tutti i percettori di RDC, altri hanno stabilito un tetto massimo al sussidio percepito corrispondente a poche centinaia di euro, quale parametro di esclusione dalla misura. Altre volte, invece, sono stati esclusi dall’accesso ai buoni i beneficiari di altre misure specifiche legate all’emergenza Covid disposte dal Decreto Cura Italia. Addirittura, in alcuni casi, sono state motivo di esclusione le pensioni di invalidità all’interno dei nuclei familiari. Infine l’annosa questione dei depositi bancari, quale paletto per l’accesso agli aiuti, anche questa elaborata con enormi differenze tra un Comune e l’altro.

 

I criteri di assegnazione dei buoni stanno facendo discutere in tutta Italia, come dimostrano le recenti sentenze del Tribunale civile di Roma e del TAR dell’Abruzzo, che hanno rimesso in discussione i criteri di assegnazione degli stessi, dichiarando discriminatorie le delibere del Comune di Roma e del Comune dell’Aquila. Il Tribunale di Roma ha riconosciuto ad un nucleo familiare filippino, con tre minori, senza permesso di soggiorno e privo di residenza anagrafica, il diritto ai buoni alimentari per fare la spesa che il comune di Roma gli aveva invece negato. Nella sentenza si legge che “sussiste il diritto, per i cittadini extra UE irregolarmente soggiornanti, a percepire i buoni spesa [...]" in quanto il diritto all’alimentazione rientra nel “nucleo irriducibile” di diritti fondamentali della persona umana, sicché deve essere riconosciuto anche agli stranieri, qualunque sia la loro posizione rispetto alle norme che regolano l’ingresso ed il soggiorno nello Stato. Il TAR abruzzese ha emesso, invece, un decreto cautelare sul bando per i buoni alimentari del Comune dell’Aquila, a seguito del ricorso presentato da una famiglia italiana, che essendo residente in un comune pugliese, era stata esclusa dal bando.

Due sentenze che ribadiscono il carattere universalistico dei diritti fondamentali, come quello all’alimentazione e alla salute. E che ci mostrano come l’esclusione dai bandi non colpisce soltanto i cittadini stranieri presenti sul territorio, ma anche cittadini italiani residenti altrove, domiciliati abitualmente in altre città.

 

Come abbiamo potuto registrare nella quasi totalità dei casi, gli avvisi per la distribuzione dei buoni prevedono il requisito della residenza anagrafica. Una scelta, a nostro avviso, incapace di cogliere la complessità dei nostri contesti sociali, dove la realtà, con tutta la sua ferocia, ci pone dinanzi innumerevoli casi di disagio abitativo, come quello dei senza fissa dimora. Questa situazione fa emergere ancora una volta l’insopportabile e ingiusta forbice tra i criteri di assegnazione delle misure di sostegno alle fasce vulnerabili e la reale situazione economica e sociale di una larga parte della popolazione di questo Paese, che purtroppo crediamo in crescita esponenziale.

 

Ci preme sottolineare, inoltre che in moltissimi Comuni le risorse impiegate per la “solidarietà alimentare” sono state meno della metà di quelle messe a disposizione. Per queste ragioni riteniamo urgente una ridefinizione dei criteri di accesso ai buoni alimentari, tenendo conto delle reali esigenze di chi vive in una situazione di difficoltà e che, in questo momento si trova ad affrontare un duplice dramma: quello sanitario e quello economico e sociale.

 

Crediamo sia necessario ripensare all’erogazione del fondo alimentare attraverso:

 

  • L’inclusione tra i beneficiari dei percettori di forme di sostegno al reddito, che rappresentano in molti casi la categoria più esposta alla povertà;
  • L’innalzamento uniforme sul territorio nazionale del tetto massimo posto a limite del patrimonio mobiliare (depositi, conti correnti, etc.), riconoscendo che questo non rappresenta un elemento oggettivamente rappresentativo della condizione di vulnerabilità economica di chi fa domanda;
  • L’eliminazione del requisito della residenza, e la sostituzione dello stesso con un'autocertificazione di domicilio all’interno del territorio comunale.

 

Detto ciò, restiamo comunque fermi sull’idea che nel prossimo futuro si renderà necessario il ricorso a misure strutturali, in grado di arginare gli effetti devastanti di una crisi economica che già adesso sta allargando enormemente le maglie della povertà nel nostro Paese.

Le misure tampone possono rappresentare un flebile sostegno in questa fase, ma non saranno sufficienti ad arginare un sistema che crolla verso il baratro economico e finanziario, trascinando nella povertà milioni di persone. È indispensabile introdurre con urgenza misure generali che sostengano i soggetti esclusi.

Sarà necessaria una coraggiosa estensione in senso universalistico e incondizionato del reddito di cittadinanza, ampliandone la platea di beneficiari, attraverso una rimodulazione dei criteri di accesso in senso più includente.

 

Pescara, 29/04/2020

 

USB Federazione del Sociale Abruzzo