Cambia il logo Inps, archiviato l'istituto di Gianni Billia: Tridico costretto a ristampare le spillette
CAMBIA IL LOGO INPS
SI ARCHIVIA DEFINITIVAMENTE L’ISTITUTO DI GIANNI BILLIA
TRIDICO “COSTRETTO” A RISTAMPARE LE SPILLETTE
(06/23) Con il messaggio Hermes n. 518 del 3 febbraio è stato annunciato il cambiamento del logo INPS. L’operazione di restyling è al centro delle celebrazioni per il 125° anniversario della nascita dell’Istituto. Nel 2018 era stato Tito Boeri, allora presidente dell’INPS, a festeggiare i 120 anni di storia dell’Istituto nazionale di previdenza sociale dopo aver proposto di cambiargli la denominazione in Istituto nazionale di protezione sociale.
Insomma, negli ultimi anni sembra proprio che ci sia una gran voglia di “fare la festa” all’INPS, tra chi avrebbe voluto cambiargli il nome e chi ne modifica oggi il logo che fu scelto all’indomani del varo della Legge n. 88 del 1989 che riconobbe all’Istituto lo status di azienda del pubblico impiego, consentendo negli anni successivi percorsi organizzativi e di riqualificazione che portarono ad un miglioramento dei servizi e alla crescita professionale del personale.
La Circolare n. 246 del 21/11/1989, con la quale fu varato il logo arrivato ai giorni nostri, portava la firma di Gianni Billia, allora direttore generale dell’INPS. La modifica di quel logo oggi sembra quasi simboleggiare il passaggio ad un altro ente e l’archiviazione definitiva di quello che ha rappresentato fin qui l’INPS di Billia.
Si è scelto come disegno grafico il “nastro di Möbius”, spiegando che l’INPS si posiziona come “un’istituzione aperta e accessibile a tutti, trasparente e dinamica”, caratteristiche evidentemente assenti in precedenza secondo chi ha commissionato la modifica del logo. Il colore è diventato di un blu intenso, descritto come “forte, memorabile, digitale” (!?).
Il presidente “in uscita” Pasquale Tridico dovrà affrettarsi a far stampare nuove spillette con il logo dell’INPS del futuro, che indosserà come al solito lui e qualche “convinto” dirigente.
Prof. Billia li perdoni perché non sanno quello che fanno, oppure lo sanno troppo bene…