CCNL Igiene ambientale: firmata ipotesi di rinnovo, ennesima farsa di sindacati complici
Firmato l’ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL igiene ambientale: si conferma l’ennesima farsa di Cgil, Cisl, Uil e Fiadel che chiamano allo sciopero per “salari dignitosi” ma si accordano per il solito piatto di minestra.
130 euro netti parametrati al 3° livello, spalmati in 2 anni con l’ultima trance dicembre 2027: millantano un incremento retributivo di 250 euro che i lavoratori non riceveranno in busta paga, perché 15 euro sarà incassato dai fondi integrativi, 15 euro sono soldi dovuti perché riguarda lo scostamento inflattivo 2022-2024 e 18 euro non sono per tutti perché legati alla produttività. Rimangono 202 euro lordi di cui oltre il 30% sarà detratto dalle deduzioni fiscali.
Ma a fronte del misero incremento salariale, ci sarà un prezzo da pagare alle associazioni datoriali a cominciare dalla nuova classificazione del personale.
Le chiamano “esemplificazioni” ma sono tagli a diritti e salari. Dietro la nuova definizione dei livelli, si nasconde una classificazione del personale al ribasso, un regalo alle associazioni datoriali che azzera le molteplici vertenze vinte dai lavoratori contro le forzature delle aziende in tema di mansioni:
-per condurre i mezzi leggeri aziendali si scende ai sottolivelli J e 1B;
-per compattatori e costipatori basta il 2° livello;
-per i cosiddetti mezzi pesanti e macchine operatrici complesse si retrocede al 3° livello.
Consideriamo, inoltre, che la differenza remunerativa media tra i vari livelli è di 80 euro circa
Purtroppo questo primo accordo è solo un assaggio dell’ennesima svendita contrattuale che firmatari e padroni promettono di definire, a cominciare dall’ulteriore compressione del diritto di sciopero con l’aumento di franchigie e servizi minimi garantiti. Il nulla invece si prospetta su salute e sicurezza, non vengono aumentate le agibilità alle Rlssa e si continuerà la raccolta con mono operatore, causa prevalente di infortuni gravi e incidenti mortali.
Vanno a passerelle televisive parlando di salari poveri e di morti sul lavoro, ma continuano a firmare contratti a ribasso.
Al contrario dei sindacati firmatari, USB ha presentato una piattaforma rivendicativa per un salario minimo di 2000 euro netti al livello più basso e riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, no al limite dei permessi di 44 ore per le Rlssa, no alla raccolta con mono operatore, diritto dei lavoratori a scegliere le proprie rappresentanze sindacali con cui partecipare alle trattative nazionali.
Respingiamo questo accordo e blocchiamo tutto.