Ciao Franco, attivo maestro del sud ribelle
È morto a 82 anni Franco Piperno, uno dei "maestri" più attivi nei conflitti sociali che hanno attraversato l'ultimo mezzo secolo in Italia: leader delle contestazioni studentesche del sessantotto, promotore dell'organizzazione delle lotte operaie nel corso degli anni settanta, non ha mai chinato il capo dinanzi al potere e alla cultura dominante, neanche nei duri anni dell'esilio in Francia e in Canada, ove si è fatto conoscere e apprezzare anche dal punto di vista scientifico in fisica, la materia che ha insegnato per circa quaranta anni in ambito universitario, andando ad esplorare la complessità del significato delle dimensioni del tempo e dello spazio.
Irriverente ai luoghi comuni tanto della cultura dominante quanto di quella autoproclamata alternativa, ha sempre sfidato il dogmatismo, ricercando risposte non banali ai problemi del nostro tempo, sfidando le ire e i moniti degli strenui difensori della banalità.
Negli anni novanta la sua intuizione sulla progressiva perdita della centralità dello stato-nazione lo ha spinto non solo a teorizzare percorsi di municipalismo dal basso, ma anche a tentare di sperimentarli concretamente nel suo contesto territoriale di riferimento, nella sua Cosenza con la comunità di Radio Ciroma, una delle ultime radio comunitarie ancora (r)esistenti in Italia.
Nel corso degli ultimi due decenni ha rafforzato anche il suo impegno politico e intellettuale sul mezzogiorno, nel tentativo di costruire una contronarrazione rispetto agli assunti razzisti sull'arretratezza e il conseguente disprezzo e autodisprezzo imperante, inculcato dai dispositivi discorsivi della classe politica istituzionale: in questo ha trovato un momento di connessione profonda non solo con gli studi postcoloniali, ma anche con le reti di esperienze di lotta e insorgenza sociale che hanno attraversato negli ultimi anni il sud Italia.
Nelle baracche dei braccianti in Puglia, nei presidi di lotta dei disoccupati organizzati, nelle occupazioni delle case, nelle denunce contro il 41 bis e l'emergenzialismo come sistema di governo meridionale, Franco ha ritrovato e speso la sua genialità al servizio dei subalterni e dei dannati del mezzogiorno, nel suo insaziabile tentativo di porsi oltre e contro il salottismo di una certa sinistra intellettuale.
Nei due ultimi volumi collettanei da lui curati - “Vento del meriggio” e “Orizzonti meridiani” - ci sono una chiara indicazione di con/ricerca sulle lotte e le mobilitazioni subalterne che Franco ha ostinatamente inseguito, ricercato e fomentato, fino al suo ultimo respiro. E in questa sua ostinata ricerca di una trama comunitaria di resistenza al pensiero unico è possibile ritrovare il suo più prezioso lascito per le nuove generazioni di ribelli che si ostinano nella ricerca di un altro sud possibile.
UNIONE SINDACALE DI BASE