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CIE DI LAMPEDUSA: UNA GIUSTA RIVOLTA CONTRO IL RAZZISMO DI STATO

Urgenti iniziative di mobilitazione per diritti e libertà degli immigrati

Bologna -

“E’ una giusta rivolta quella che è scoppiata nel Centro di identificazione ed espulsione di Lampedusa, trasformata dal governo italiano nel più grande carcere razzista del mediterraneo”, accusa Luigi Marinelli, del Coordinamento Nazionale RdB-CUB. “L’esplosione di rabbia e di disperazione da parte degli immigrati, che avevano iniziato uno sciopero della fame per protesta contro le espulsioni di massa in corso e per le condizioni disumane ed illegali a cui sono sottoposti nel Cie, era solo questione di tempo”.

 

“L’incendio - afferma  Marinelli - è divampato successivamente all’intervento delle forze di polizia, che hanno fatto uso di manganelli e lacrimogeni. Durante l’incendio non sono state neppure attuate le misure di evacuazione. Il centro poi non è a norma anti incendio e neppure di abitabilità anzi, nonostante le condizioni di sovraffollamento perenne, è costruito con materiale infiammabile”.

 

 “A nulla sono servite le richieste dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati -  prosegue il dirigente RdB-CUB - il governo italiano, nella gestione della perenne emergenza umanitaria di Lampedusa, conferma, esasperandola, la propria politica di razzismo istituzionale, formalizzata anche nei provvedimenti del pacchetto sicurezza. Una politica finalizzata alla criminalizzazione degli immigrati per evidenti convenienze politiche e per la gestione degli effetti della crisi economica e sociale. Riteniamo pertanto sempre più urgente la costruzione di iniziative di mobilitazione e di controffensiva che mettano al centro i diritti e le libertà degli immigrati”, conclude Marinelli.