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CLP Caserta rompe le relazioni con USB per aver indetto uno sciopero dopo aver chiuso negativamente la procedura di conciliazione

Caserta -

USB era stata convocata assieme a tutte le altre organizzazioni sindacali per discutere di una bozza di esame congiunto presentata dall'azienda, che prevedeva il taglio del 50% del servizio e la conseguente cassa integrazione per i lavoratori. Tutte le organizzazioni sindacali si opponevano a questa richiesta, così le parti si rivedevano, come da normative sul diritto di sciopero, in prefettura. In quella sede, in rappresentanza dell’azienda, si costituivano le Commissarie Prefettizie, le quali proponevano alle organizzazioni sindacali la medesima bozza di esame congiunto, con riduzione del servizio e cassa integrazione per i lavoratori. Anche in quella sede, tutte le organizzazioni respingevano la richiesta e chiudevano negativamente la procedura.

A questo punto, come prevede il diritto, le organizzazioni sindacali tutte avrebbero avuto il diritto di indire lo sciopero. La novità nasceva all'indomani della riunione in Prefettura, quando le organizzazioni ricevevano una nuova convocazione da parte dell'Azienda. Ma, diversamente da quanto accaduto fino a quel momento, USB veniva convocata un giorno dopo tutte le altre organizzazioni.

Alla richiesta di chiarimenti da parte di USB, CLP declinava ogni responsabilità, scaricandola sulle altre organizzazioni sindacali che, a suo dire, avrebbero preteso l'allontanamento dai tavoli congiunti della sola USB.

A quel punto, esclusivamente per motivi di strategia sindacale ed avendone il diritto in quanto la procedura di conciliazione in fase prefettizia si era chiusa negativamente, USB riteneva opportuno indire una prima azione di sciopero, sottolineando però nella nota inviata all'azienda, alle Commissarie Prefettizie, al Prefetto ed all'Osservatorio sul diritto di sciopero, che sarebbe stata disponibile a revocarlo all'indomani della chiusura positiva della nuova riunione sull'esame congiunto, con ripristino del servizio al 100% ed il rientro del provvedimento di cassa integrazione per i lavoratori.

È bastato questo per scatenare l'ira di CLP, delle altre organizzazioni sindacali e soprattutto delle Commissarie Prefettizie. Hanno fatto la scelta più conveniente per loro ma meno democratica per tutti gli altri: hanno impropriamente revocato la convocazione aziendale per la USB e deciso di interrompere le relazioni industriali. Ovviamente USB ha chiesto spiegazioni all'azienda, ma si è sentita rispondere che le Commissarie Prefettizie le avevano tolto il mandato per relazionarsi con USB a causa dell'indizione di sciopero.

È chiaro che ci muoveremo in tutte le sedi istituzionali, perché è inaccettabile che chi dovrebbe essere garante di legalità possa pretendere di dialogare solo con chi non si oppone legittimamente a scelte aziendali che, come dimostra la situazione della CLP da quasi 10 anni a questa parte, è stata fallimentare, e in cui c'è la responsabilità di tutti: azienda, sindacati e chi avrebbe dovuto vigilare.

È inaccettabile come l'arroganza di CLP, commissariata da anni per un'interdittiva antimafia, e delle Commissarie Straordinarie, che dovrebbero essere garanti di legalità, arrivi fino a questo punto.

Marco Sansone

p.Coordinamento regionale USB Lavoro Privato

 

Caserta 26-3-2021