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Come volevasi dimostrare: pienamente riuscito lo sciopero di tutti i ferrovieri e contro l’accordo del 10 gennaio nella Manutenzione Infrastrutture

Roma -

Noi ormai ce l’aspettavamo, i lavoratori non aspettavano altro da settimane: il resto della compagnia ferroviaria firmante l’avrà vissuta come la riuscita di uno dei peggiori incubi da cui risvegliarsi. È infatti, pienamente riuscito lo sciopero contro il catastrofico accordo di settore Manutenzione Infrastrutture di RFI del 10 gennaio scorso.

Uno sciopero a cui possiamo dire hanno aderito tutti i lavoratori interessati: lo possiamo dire perché sappiamo che la parte di questi rimasta sugli impianti, non lo è stata in disaccordo con le parole d’ordine dello sciopero ma perché colpita a tradimento dal ricatto terroristico posto in atto dall’azione combinata della compagine firmataria aziendal-sindacale; su questo aspetto della partita stiamo raccogliendo elementi probanti su cui procedere in ogni opportuna sede.

Adesso ognuno alle proprie responsabilità:

  • i firmatari del 10 gennaio di fronte al dissenso dei lavoratori ormai certificato dalla totale adesione alla prima azione di sciopero contro;
  • i lavoratori stessi, giunti a questa importante determinazione collettiva di partecipazione attraverso l’avvio di un percorso di confronto assembleare autoconvocato che ha posto le basi per l’impegno necessario alla gestione di una vertenza tutta in divenire;
  • noi, che ci troviamo lì dove siamo sempre stati nell’ultimo decennio a contrasto delle politiche padronal-manageriali nella manutenzione infrastrutture di RFI, ora di fronte alla possibilità di dare corso al rafforzamento di una effettiva capacità contrattuale dei lavoratori stessi.

Oggi ci siamo ritrovati in piazza a Roma, davanti il “palazzo” sede centrale del Gruppo FSI; c’erano decine di lavoratori, perlopiù giovani ferrovieri del settore, alcuni giunti in delegazione dalla DOIT Napoli (ai quali va il più sentito applauso di tutti i ferrovieri d’Italia), a rivendicare per tutti l’immediato ritiro dell’accordo del 10 gennaio e a dimostrare il potenziale di una realtà di base che ha ripreso parola e si sta attrezzando per il contrasto sui territori di ogni possibile ricaduta immediata dell’accordaccio stesso.

Ricordiamo che oggi è stato anche giorno di sciopero generale per tutti i ferrovieri e per tutti i lavoratori delle imprese ferroviarie private; anche qui possiamo parlare di piena riuscita dell’azione promossa dal nostro sindacato congiuntamente a CUB Ferrovie, SGB, CMC e Assemblea del personale Viaggiante, ancora con il preciso obiettivo della effettiva presa di parola della base produttiva nella con- trattazione delle proprie condizioni di lavoro e di vita; per rinnovi contrattuali di effettiva garanzia economica e soprattutto di ripristino normativo per le tutele della salute e della sicurezza dei lavora- tori dell’esercizio ferroviario.

Oggi c’è stata “la prima” di una volontà collettiva dei lavoratori, da tempo meditata e immediatamente espressa all’indomani della firma del 10 gennaio, di entrare direttamente in scena per la tutela dei propri legittimi interessi: per noi è una chiamata alla ricarica delle armi sindacali di cui disponiamo e che da anni mettiamo a disposizione dei lavoratori per l’alternativa alla passivizzazione a cui sono stati relegati da pratiche sindacali autoreferenziali e di favoreggiamento del lento (fino al 10 gennaio 2024) arretramento delle condizioni di lavoro nel settore.

Quindi da oggi non un passo indietro nella richiesta generale di ritiro dell’accordo del 10 gennaio ma ogni sforzo per consolidare la posizione acquisita dai lavoratori per la rivendicazione della presa di parola, nella auspicabile rimessa in discussione dei criteri per la riorganizzazione degli orari di lavoro del settore, come sull’intero mondo lavorativo che li riguarda.

Al macero il 10 gennaio e chi lo difende! Evviva le lotte per i diritti dei lavoratori!