Comunicato fine sciopero nazionale settore ferroviario
Per quanto ancora frammentari o indisponibili, i dati sulle adesioni allo sciopero di oggi 11 aprile, in particolare in manutenzione infrastrutture, confermano la persistenza dello stato di mobilitazione di questo settore, partito all’indomani della firma dell’accordo di riorganizzazione del 10 gennaio 2024 e, ormai, già agganciato alla più generale lotta delle lavoratrici e dei lavoratori dell’esercizio tutte/i, per il recupero di condizioni contrattuali di lavoro altre e più tutelanti.
Uno sciopero reso indisponibile a una parte significativa dei ferrovieri dell’esercizio dalla protervia burocratica della commissione di garanzia (degli interessi padronali) e dall’azione guastatrice delle compagini sindacali trattanti, impegnate a bloccare il percorso di lotta della base a sostegno delle sue rivendicazioni per il rinnovo dei contratti di settore, ma che abbiamo ritenuto di effettuare, anche nella imposta forma parziale, per rimarcare la nostra determinazione a promuovere e sostenere quel percorso di lotta e di rivendicazione della base operativa dell’esercizio ferroviario.
Nel corso della mattinata si è anche svolto il previsto presidio davanti la sede centrale del Gruppo FSI e una delegazione di nostri rappresentanti e di lavoratrici e lavoratori presenti (anche componenti dell’Assemblea di base PdM/PdB), ha avuto un incontro con rappresentanti del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, nelle persone del capo dipartimento Infrastrutture Reti, dottor Pujia, e della responsabile del dipartimento Infrastrutture Ferroviarie, dottoressa Alessi.
Sul tavolo le questioni di fondo del disagio lavorativo nell’esercizio ferroviario, a partire dalla più sentita della progressiva perdita di tutele per la salute e la sicurezza, fino al mancato riconoscimento della specifica dignità professionale e di responsabilità sociale che dovrebbe spettare a lavoratrici e lavoratori che garantiscono il funzionamento di un ganglo strategico della produzione nazionale di servizio pubblico, soprattutto, sovrintendendo al suo svolgimento in sicurezza.
Dunque un preciso richiamo alle responsabilità politiche e istituzionali rispetto allo stato di degrado organizzativo che sta gravando su lavoratrici e lavoratori del settore, sottoposte/i a condizioni di stress psicofisico, da tempo, insostenibili e che minano la loro salute oltre alle necessarie garanzie di funzionamento in sicurezza dell’intero sistema ferroviario, ridotto ormai campo di scorribanda di potentati economici privati.
Un richiamo alla responsabilità sociale e politica delle istituzioni governative e statali a disporre risorse economiche pubbliche a favore di una effettiva svolta nell’assetto organizzativo dell’esercizio ferroviario, indicando alle imprese del settore linee guida stringenti dove non trovino spazio aggressioni al personale viaggiante, pretese di flessibilità selvaggia delle fascie e degli orari di lavoro, riduzione dei tempi di riposo e di tempo libero dal lavoro, si inverta la tendenza allo smembramento societario e alla esternalizzazione della manutenzione e alla privatizzazione di interi rami d’azienda come sta accadento in quello del trasporto merci e già attuato con la divisione Security, e invece si possa mettere sui tavoli di contrattazione, nazionali e territoriali, concetti centrali di tutela come la riduzione dell’orario di lavoro a parità retributiva, l’adeguamento stipendiale/salariale che riconosca ruolo e responsabilità professionali, oltre al dovuto recupero dell’erosione inflattiva che ha impoverito parimenti tutte le lavoratrici e i lavoratori del Paese nell’ultimo ventennio.
In questa giornata di sciopero che ha visto il settore Manutenzione Infrastrutture tenere il testimone della lotta comune dei ferrovieri dell’esercizio, non poteva mancare una nostra richiesta di recessione dalla strada imboccata con l’accordo di riorganizzazione del 10 gennaio 2024, imbocco su cui il responsabile del dicastero dei trasporti, sappiamo avere avuto un ruolo centrale.
Non riponiamo certo facili illusioni sull’esito di incontri istituzionali di questo tipo e la nostra più chiara intenzione di prosegure nella promozione e nel sostegno della e alla lotta dei ferrovieri per altre condizioni di lavoro e di vita è stata posta chiaramente in chiusura del confronto con la delegazione ministeriale, annunciando già lo sciopero generale del settore per il prossimo 6 maggio e sollecitando in ogni caso riscontri, a valle dell’informativa che questa consegnerà al ministro sulle questioni trattate, su cui basare il prosieguo di un confronto politico necessario e ineludibile, anche alla luce dell’arrogante comportamento della commissione di garanzia scioperi.
Nella nefanda temperie politico economica che si sta abbattendo sulla generalità delle tutele sociali e sul lavoro nel Paese, riteniamo centrale l’innalzamento della conflittualità nei settori produttivi strategici e, tra questi un ruolo di prima fila l’hanno le lavoratrici e i lavoratori delle ferrovie, a cui non mancherà il nostro sostegno nella durata e sviluppo della loro lotta di rivendicazione.
Rimettiamo tutele e diritti sui binari di corsa!