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Congedi parentali SETA, una battaglia vinta da USB e il tentativo di scippo di sindacati senza vergogna

Modena -

Le Segreterie Provinciali di Modena Filt Cgil – Fit Cisl- Uil Trasporti – Faisa Cisl e Ugl ormai non provano più vergogna! Nel tentativo disperato di riconquistare un minimo di credibilità tra i lavoratori, arrivano a rivendicare una battaglia portata avanti e vinta da USB Lavoro Privato sui congedi parentali che SETA non retribuiva se utilizzati nei giorni festivi! Nel merito scrivono di aver aperto “formalmente” una vertenza nei confronti di SETA! Peccato che di questa vertenza non si trovi nessuna traccia a conoscenza di tutte le lavoratrici e lavoratori di SETA; forse se la sono sognata in tutti questi anni di letargo?

Contrariamente è tutta documentata e alla luce di tutti l'attività svolta da USB L.P., che già in un incontro del 12 dicembre 2018, dove fece le presentazioni l'ex presidente Cattabriga, furono segnalate anomalie per il mancato indennizzo dei congedi parentali al 30% nei giorni festivi, come per i riposi/turni di allattamento per i quali non veniva rispettata la normativa. Successivamente a quella data SETA non rispose più alle Ns. richieste e il 29 gennaio 2019 la sola scrivente aprì lo stato di agitazione arrivando alla proclamazione di diversi scioperi (a partire dal primo dell'8 marzo), dove in ogni comunicato sindacale e conferenza stampa, tra le tante cose è stata sempre posta l'attenzione sulla maternità facoltativa non indennizzata e sui riposi/turni di allattamento che venivano assegnati in barba alle legge.

Per accelerare e dare una svolta alla vertenza, si chiese l'intervento della Consigliera alle Pari Opportunità della Regione Emilia Romagna, che il giorno 9 febbraio 2019 incontrava nella sede USB di Modena tutti i lavoratori avvisati tramite volantini,  disponibili a firmare il mandato per agire.

Il 25 febbraio 2019, in un comunicato stampa uscito sul quotidiano “La Pressa” SETA minacciava azioni legali nei confronti di USB per diffamazione, ritenendo che le violazioni segnalate sui congedi parentali e turni di allattamento erano strumentali, prive di fondamento reale e fatte solo allo scopo di avere visibiltà!

Nello stesso comunicato SETA dichiarava di relazionarsi solo con quelle  OO.SS. che si stavano confrontando responsabilmente (quelle riconosciute in Azienda), che di fatto non si sono mai schierate dalla parte dei lavoratori dicendo o scrivendo una sola parola sulle irregolarità che avevamo riscontrato, mentre adesso che la vertenza si è conclusa in maniera positiva, si atrribuiscono meriti che non hanno mai avuto, anzi...

Il 15 luglio del 2019 si svolgeva in Regione un incontro tra USB L.P. , la Consigliera  alle Pari Opportunità e SETA, rappresentata dal Direttore Risorse Umane e dalla Responsabile della gestione del Personale. In quell'incontro SETA ammetteva errori nell'assegnazione dei turni di allattamento, avendo fatto firmare in fretta l'accordo del 24 giugno, dove senza nessun parere chi chiedeva la maternità veniva inserito nel gruppo part time 27 ore, dove si alternano turni mattinali e pomeridiani con turni anche superiori alle 5 ore di lavoro!  

Per i congedi parentali non retribuiti, invece, mostrava una nota dell'Associazione di categoria ASSTRA, secondo cui non andavano pagati di domenica e festivi, nonostante il nostro parere contrario.

Allo scopo di evitare segnalazioni presso l'Ispettorato del Lavoro, si raggiunse comunque un'intesa per tentare una conciliazione sulla condizione di SETA di coinvolgere anche le altre OO.SS., cosa che vide l'approvazione di USB L.P. allo scopo di non tenere fuori nessuna lavoratrice o lavoratore danneggiato.

Nell'incontro successivo del 25 settembre 2019 in Regione, dove si doveva concludere l'accordo, si presentava il solo rappresentante legale di SETA e anche se l'incontro veniva rinviato, l'Azienda esprimeva la sua volontà di non raggiungere un accordo, di fatto ai lavoratori interessati che avevano chiesto il periodo di allattamento, venivano restituiti solo dei minuti di recupero, cosa lontana dalle nostre richieste.

Dopo questo comportamento messo in atto da SETA (era chiaro anche il tentativo di non permettere ad USB L.P. di firmare un accordo che avrebbe significato il riconoscimento in Azienda) venne inevitabilmente aperto il procedimento nei confronti di SETA presso l'Ispettorato del Lavoro, che ha coinvolto l'INPS e il Ministero del Lavoro, arrivando ad esprimersi in maniera favorevole, su quanto da USB L.P.  sempre sostenuto.

Questa la verità dei fatti; di chi e come si è speso per questa vertenza; la cronologia delle cose. La falsità e complicità di queste sedicenti OO.SS., come per l'accordo del 24 giugno 2019 dove i lavoratori non sono stati risarciti il giusto, le ha portate a sottoscrivere l'accordo di cui scrivono il 16 dicembre ultimo scorso, come al solito all'oscuro di tutti e senza che nessun lavoratore e lavoratrice ne conosca i contenuti!

Cosa avranno firmato? Sembra scontato il recupero delle indennità pregresse, ma tornando indietro di quanti anni? Del danno biologico e rivalutazione monetaria ne avranno parlato?

Si permettono pure di dichiarare soddisfazione per aver “chiarito e sancito un significativo punto di diritto per le lavoratrici e lavoratori di SETA” , in generale e giustamente anche in ambito nazionale, ma sicuramente per una vertenza che non hanno mai fatto, avendo anche la faccia tosta di rivendicarne la paternità!

Informiamo comunque tutte le lavoratrici e lavoratori di SETA che si stava organizzando una conferenza stampa con la Consigliera in Regione per dare tutte le corrette informazioni in merito alla conclusione della vertenza e che insisteremo per pretendere la piena applicazione dei diritti e del risarcimento dovuto ai lavoratori danneggiati.

 

Unione Sindacale di Base – Lavoro Privato