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Argomento:

Coordinamento multiservizi contro lo sfruttamento sistemico degli appalti, per salari dignitosi e diritti reali: verso lo sciopero generale del 20 giugno e la manifestazione nazionale del 21 giugno

Roma -

Come lavoratrici e lavoratori del settore multiservizi, siamo stanchi di essere trattati come carne da appalto. I nostri salari sono fermi da anni, mentre il costo della vita esplode. I nostri contratti, svuotati di ogni dignità, continuano a garantire solo precarietà e ricattabilità. Siamo invisibili, ma senza di noi ospedali, scuole, uffici pubblici e aziende non funzionerebbero nemmeno un giorno.

Il contratto nazionale Multiservizi è diventato la fogna del mondo del lavoro: minimi salariali indecenti, ritmi insostenibili, carichi crescenti e nessuna tutela reale. È la fotografia perfetta di un sistema marcio fondato sull’esternalizzazione, sul massimo ribasso e sul profitto sulla pelle di chi lavora.

Ma il problema non è solo il contratto. È l’intero sistema degli appalti, che produce disuguaglianza, frammentazione e sfruttamento sistematico. Le aziende cambiano, le gare si susseguono, ma noi restiamo sempre inchiodati agli stessi salari da fame. È un gioco truccato, dove a perdere sono sempre gli stessi: noi.

Chiediamo:

  • Aumenti salariali immediati e adeguati alla realtà economica attuale..
  • La fine della giungla degli appalti e subappalti, che moltiplica lo sfruttamento e cancella ogni certezza contrattuale. Vogliamo l’internalizzazione.
  • Una trasformazione profonda del contratto Multiservizi, che restituisca dignità, salario e tutele a chi ogni giorno tiene in piedi i servizi essenziali di questo Paese.
  • Una riforma radicale del Codice degli Appalti, che metta al centro la continuità occupazionale e i diritti, non il profitto
  • Salute e sicurezza reali sui luoghi di lavoro

E diciamolo chiaramente: i sindacati confederali sono parte del problema. Hanno firmato e continuano a firmare contratti al ribasso, accettano silenziosamente la logica degli appalti, si voltano dall’altra parte di fronte alla nostra precarietà. Parlano di rappresentanza, ma non rappresentano più nessuno, se non loro stessi e i loro equilibri con governo e padronato.

Aderiamo convintamente allo sciopero generale del 20 giugno e alla manifestazione nazionale del 21 a Roma per ribadire che siamo contro la guerra e il furto di salario diretto e indiretto che subiamo. Diritti fondamentali come quello all’abitare, alla salute, all’istruzione, al trasporto pubblico vengono sempre più messi in discussione per la collettività anche tramite esternalizzazioni costanti: chiediamo l’internalizzazione di tutti i lavoratori e le lavoratrici, non solo per migliorare le nostre condizioni di lavoro ma anche la qualità di tutti i servizi pubblici.