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Coronavirus, aveva ragione USB: si può scioperare se non c'è sicurezza!

Nazionale -

L'Unione Sindacale di Base ha più volte dato indicazione alle proprie strutture operanti nei servizi pubblici essenziali di proclamare scioperi, senza preavviso né guarentigie, laddove sia messa in pericolo la salute e/o l'incolumità dei lavoratori per mancata adozione di tutti i dispositivi di protezione necessari, utilizzando l'articolo 2 comma 7 della Legge 146/90 e successive modificazione nota come "Legge antisciopero".

Oggi la Commissione di garanzia sul diritto di sciopero ha emanato una circolare (in calce) che invita tutte le amministrazioni e le aziende eroganti servizi pubblici essenziali ad osservare scrupolosamente le direttive in materia di sicurezza sul lavoro per ovviare a proclamazioni di sciopero fatte a norma proprio dell'art. 2 comma 7 come da noi indicato.

La Commissione sta ammettendo implicitamente la legittimità di questi scioperi e contemporaneamente ammette che molte amministrazioni e aziende che erogano servizi essenziali non stanno rispettando le norme.

Ora è necessario intensificare la vigilanza e le iniziative di lotta e di scioperi per affermare il diritto alla salute, prima di ogni altra cosa, per chi opera per la tutela di tutti e/o fornisce servizi essenziali.

Unione Sindacale di Base

 

"Da notizie di stampa si registrano nel Paese azioni di sciopero attuate a seguito dell’asserita mancata applicazione, da parte delle aziende, delle misure di sicurezza contenute nei recenti provvedimenti del governo, relative all'emergenza epidemiologica legata alla diffusione del coronavirus. Alcune di tali astensioni sono state proclamate richiamando la disposizione contenuta nell'articolo 2, comma 7, della legge n. 146 del 1990 e successive modificazioni - scrive la Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, in una comunicazione inviata a tutte le associazioni datoriali e alle aziende erogatrici di servizi pubblici essenziali - A tal proposito, la Commissione rivolge un fermo invito alle aziende e alle amministrazioni erogatrici di servizi pubblici ad osservare scrupolosamente quanto previsto dai richiamati provvedimenti governativi, dal momento che eventuali blocchi totali dei servizi (ad esempio trasporto pubblico), non in linea con detti provvedimenti, possono comportare l’aggravamento dell’attuale situazione emergenziale, oltreché essere oggetto di valutazione di questa Autorità”.