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Crollo Ponte Morandi e sostanze cancerogene: Vigili del Fuoco e cani del Soccorso a rischio salute

Genova -

Una tragedia che ha segnato in modo permanente il nostro paese. Errori inaccettabili su una mancata prevenzione delle manutenzioni strutturali del viadotto. Un crollo che ha coinvolto tutte le strutture del Soccorso Pubblico, in primis i Vigili del Fuoco.

Successivamente alle fasi preliminari di azione e fuori dall'urgenza dei primi interventi non è stato ravvisato, seppure richiesto nel contesto del Comando Provinciale, nonché anche in ragione delle richieste agli enti competenti e preposti a tale accertamento, di dover adottare tutti gli adempimenti opportuni per la tutela dei lavoratori e per l'esposizione a eventuale presenza di amianto, materiale facente parte della costruzione del Viadotto Polcevera.

Nessuno del Comando di appartenenza risulta essersi attivato per garantire la tutela della salute dei lavoratori. Quindi, nessun intervento a protezione dei lavoratori è stato effettuato partendo dal presupposto che non è mai stata trovata alcuna traccia di amianto, come dichiarato da tutti i soggetti preposti ai controlli.

Il Viadotto Polcevera - ponte autostradale che attraversava l’omonimo torrente - è stato costruito tra il 1963 e il 1967 su progetto dell’ingegner Morandi ed era una struttura strallata costruita con calcestruzzo armato e calcestruzzo armato precompresso, con cavalletti bilanciati e stralli omogeneizzati: questi ultimi - con una tecnica innovativa a livello mondiale ma oggi discussa - erano rivestiti in calcestruzzo precompresso, allo scopo precipuo di proteggerli dagli agenti atmosferici.

Secondo le indicazioni tecniche degli anni ’60, le caratteristiche dell'amianto e il basso costo di lavorazione ne hanno favorito l'impiego in numerosi campi e in oltre 3.000 prodotti differenti. L'amianto è stato utilizzato massicciamente spruzzato su travi metalliche o in cemento armato, su soffitti, coperture di edifici industriali o civili.

Per i suddetti motivi ci siamo trovati costretti a depositare un esposto nella Procura genovese al fine di poter avviare un percorso di prevenzione e tutela sanitaria nei confronti degli operatori intervenuti.

Oggi ci ritroviamo costretti a integrare l’esposto allargando questa denuncia anche per la tutela dei nostri indispensabili cani operatori nel Soccorso. La moria di alcuni di essi e le malattie contratte dopo l’intervento del “Ponte Morandi” infatti non si possono tralasciare come casuali.

USB è l’unico sindacato che ha denunciato nei primi giorni di intervento la presenza di amianto nelle macerie, ma inascoltato è stato costretto a denunciarlo nelle sedi preposte.

per il coordinamento nazionale USB Vigili del Fuoco

Stefano Giordano