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Argomento:

Dall’antitrust un nuovo attacco ai lavoratori portuali, no a qualsiasi proposta di modifica della 84/94

Roma -

Dovrebbe far sorridere, in un “mercato” portuale già quasi completamente monopolizzato da un pugno di soggetti privati, l’intervento che l’Autorità Garante della concorrenza e del mercato, ha recentemente inviato al parlamento italiano in merito alle “proposte di riforma concorrenziale...” Invece di porre l’accento proprio sul rischio, più volte da noi denunciato, che i porti Italiani, attraverso decennali concessioni portuali finiscano progressivamente in mano a due o tre armatori (mentre i lavoratori sono polverizzati dal sistema di appalto ex art 16 e da una miriade di soggetti) il tentativo evidente è quello di spingere il Governo a modifiche della Legge 84/94 che vadano ancor di più a salvaguardare gli interessi privati a discapito dei lavoratori e di tutto il sistema portuale Italiano. Mentre continuiamo a contare i morti sulle nostre banchine l’AGCM utilizza dei dati sui tempi di movimentazione portuale, riferiti solo ai contenitori, per “denunciare” la lentezza con il quale i lavoratori movimentano le merci negli altri paesi. Non un cenno allo stato delle nostre infrastrutture portuali, non una parola sui mezzi che abbiamo a disposizione o alla carenza di personale in molti terminal. La colpa è dei lavoratori che vanno troppo piano. Che sono degli sfaticati. Eppure, noi sappiamo benissimo qual è stata la crescita esponenziale delle rese richieste dalle società. La stessa fretta che ha causato una scia di morti nel recente passato e che ha mandato all’ospedale in gravi condizioni due portuali a Salerno. In un contesto in cui alle compagnie ART 17 viene chiesto di correre per non perdere il lavoro... sennò il Grimaldi di turno utilizza proprio personale. La soluzione per l’antitrust? Sdoganare immediatamente l’autoproduzione. Non è solo un problema di dumping salariale come qualcuno ha dichiarato, ma è prima di tutto un problema di sicurezza. In un contesto in cui non è ancora stata messa in pratica l’armonizzazione tra Decreto 81/08 e la 271. La soluzione per l’antitrust? Sdoganare l’interscambio di manodopera tra le diverse concessioni demaniali date in concessione al medesimo soggetto. Proposta avanzata già da MSC per risolvere il suo “problema” nel porto di Napoli. Anche se sappiamo bene che la promiscuità dentro i terminal Conateco e Soteco sembra già cosa fatta. Dopo la precedente modifica al comma 9 dell’art 18 (divieto di cumulo di concessioni) il passo successivo non poteva essere questo.
Ma l’autorità Garante non si ferma qui. Interviene anche sul sistema delle Autorità Portuali e sulla necessità di velocizzare l’iter per le concessioni portuali. Temi quest’ultimi su cui ci riserviamo di approfondire.

Il messaggio al mondo portuale è chiaro. La proposta di riforma va avanti e si sta cercando le giuste “pezze di appoggio” per imporla in tempi brevi. In questo scenario manca ancora una forte opposizione da parte dei lavoratori portuali e dei soggetti che storicamente si erano dati il compito di farlo, le compagnie portuali. Quest’ultime ormai schiacciate tra le richieste degli armatori (che non vedono l’ora di metterle da parte appena possibile) e la gestione del quotidiano. Questo è quello che succede quando non si lavora in prospettiva e non si fanno più gli interessi dei lavoratori e dei soci.
Come USB mare e Porti, tra mille difficoltà, continuammo a pensare che sia urgente dare avvio ad una mobilitazione generale contro qualsiasi ipotesi di modifica alla Legge 84/94. Dopo gli aumenti ridicoli ottenuti nell’ultimo rinnovo del CCNL gli armatori si preparano ad assestare il prossimo colpo. Sta a noi fermarlo.


USB Mare e Porti