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Dopo il caso Esselunga. Smascheriamo il sistema degli appalti e delle false cooperative nella logistica anche a Livorno

Livorno -

Da anni USB Livorno ha intrapreso una dura battaglia contro il sistema degli appalti e delle false cooperative nella logistica: DHL, Giorgio Gori, Bertani, Autoparco il Faldo, Mercurio, settore portuale. Ma anche nell’igiene ambientale, nel commercio e nella vigilanza privata. Vertenze, denunce, scioperi e manifestazioni in decine di siti, tra porto e interporto, in cui vige (e continua a proliferare) l’infame sistema degli appalti. Un sistema che vede migliaia di lavoratori operare con poche tutele e bassi salari. In balia di continui cambi di appalto che determinano ulteriori abbassamenti delle condizioni di lavoro, ricatti e licenziamenti. Una battaglia che USB porta avanti in solitaria. Perché l’obiettivo, per quanto ci riguarda, non è solo “migliorare” un sistema ma arrivare a cancellarlo definitivamente con un percorso generale di internalizzazione.

Giovedì scorso la Procura di Milano ha sequestrato 48 milioni di euro al Gruppo Esselunga, accusato di aver sfruttato sistematicamente per anni un certo numero di dipendenti, facendoli lavorare attraverso cooperative che offrivano manodopera a prezzi molto concorrenziali grazie a una serie di comportamenti illeciti. Secondo l’accusa il ricorso alle cooperative avrebbe inoltre permesso a Esselunga di detrarre l’IVA sulle fatture pagate per la manodopera: per questo la società è accusata anche di frode fiscale ai danni dello Stato.

Un fulmine a ciel sereno? Assolutamente no. Ma che sia un giudice a dover intervenire in questo senso, così come successo recentemente a Padova con una sentenza che ha dichiarato incostituzionale un contratto nazionale con paghe da 3,90 l’ora, ci dà l’idea di quale sia il contesto sindacale italiano.

Dopo decine di manifestazioni e picchetti, nel maggio 2022 scrivevamo della società Giorgio Gori (DHL Holding Italy): “La Gori ha circa 100 dipendenti su Livorno e Collesalvetti. Quasi il 90 per cento sono impiegati, quadri e dirigenti. Chi esegue materialmente il lavoro? lavoratori in appalto e subappalto con paghe base che si aggirano tra 5 e 5,50 euro netti l’ora. Gli operai sono circa 80 divisi tra i vari piazzali di Stagno e interporto e fanno capo a due soggetti differenti. Il primo è una “vecchia conoscenza”, la cooperativa CPM di Alessandro Martini. Un centinaio di addetti inquadrati, nella quasi totalità, con il contratto multiservizi a chiamata. Paga base tra i 5 e i 5,50 euro netti. Straordinari continui, se non lavori resti a casa senza retribuzione. L’altro soggetto è la Logi 83 di Prato “servizi outsourcing”. Dalla visura risultano solo 16 dipendenti e infatti basta andare sul loro sito per vedere come, appunto, si occupano di ri-appaltare le lavorazioni ad altri soggetti: HRM, Spazio, Skills e Faster, sono le 4 a cui LOGI83 srl , affida le attività di gestione dei servizi logistici in outsourcing, che non gestisce direttamente. Stiamo parlando di 4 cooperative differenti.

Una decina di giorni fa abbiamo organizzato un primo sciopero nel magazzino DHL di Via degli Arrotini. Anche qui la casa madre ha pochissimi dipendenti diretti Tutti i drivers sono in appalto alla BS Autotrasporti. Spettanze non pagate, mancato rispetto di normative di sicurezza e “minacce” continue se ti iscrivi a USB, mentre la dirigenza loda continuamente e pubblicamente il lavoro della Cgil.

Nel piazzale Bertani gli appalti nella movimentazione hanno ormai fatto storia con circa 7 soggetti diversi in pochi anni. Innumerevoli le vertenze per mancato pagamento dei contributi e delle spettanze di fine rapporto.

Il sistema degli appalti al ribasso, ormai da anni e nel totale silenzio degli organi competenti e dei sindacati concertativi, è entrato prepotentemente anche nel settore portuale. Ditte e cooperative autorizzate ex art 16 Bis che invece di applicare il contratto unico dei porti utilizzano il multiservizi o la vigilanza privata, abbattendo così il costo del lavoro e creando una concorrenza spietata che ha prodotto un abbassamento generale delle tariffe per tutti i soggetti a partire dagli Art 16 che svolgono operazioni portuali. Nella movimentazione delle auto si lavora sostanzialmente a cottimo e senza nessuna regola.

Ultimo caso un “appalto” presso il gruppo Mercurio spa che ha un piazzale all’interporto. In quel contesto lavora anche un soggetto che ha già cambiato ragione sociale due volte in poco tempo: RTL Ruggiero Trasporti e Logistica SRL e recentemente Ruggiero Trasporti e Servizi SRL. Sono 27 lavoratori a cui, da un primo riscontro, non vengono versati correttamente tutti i contributi, vengono inseriti giorni di malattia e di ferie senza che effettivamente siano stati percepiti, ai lavoratori licenziati non viene corrisposto il TFR e le ultime spettanze. Svolgono le loro mansioni sostanzialmente a cottimo (devono movimentare tot macchine al giorno) in barba a qualsiasi protocollo di sicurezza tant’è che qualche mese fa c’è stato un incidente nella superstrada tra interporto e porto. Su questa situazione abbiamo inviato una comunicazione urgente alla committenza Mercurio, senza riceve alcuna risposta.  È già pronto un esposto all’Ispettorato del lavoro e alla Guardia di Finanza.

Per quanto riguarda l’Autoparco Il Faldo in gestione alla società Autotrade e Logistics, USB ha aperto una vertenza sull’utilizzo massiccio, al di fuori delle prescrizioni del CCNL, di manodopera con contratto a termine. Stiamo parlando di una percentuale che supera il 150% rispetto ai contratti a tempo indeterminato. Mancati riconoscimenti dei livelli contrattuali e mancata erogazione dei buoni pasto ai dipendenti indiretti.

Sarebbero decine gli esempi e non basterebbe un libro per descriverli tutti. La realtà è che su questo sistema di sfruttamento si regge buona parte del settore della logistica. Un settore che ha visto le varie committenze accrescere a dismisura i propri profitti e che si trovano tutt’altro che in crisi. Un sistema voluto dai governi di ogni colore politico.

L’intervento dei magistrati, per quanto importante, è solo una goccia nel mare. Serve soprattutto un percorso sindacale ed è per questo che invitiamo, ancora una volta, i lavoratori a prendere coscienza e a contattare la nostra organizzazione sindacale. Dove c’è unità, coraggio e consapevolezza i risultati arrivano sempre, come ad esempio le internalizzazioni in DHL e GLS o alla Bcube Spa di Guasticce, per fare un esempio locale.

Come sempre solo la lotta paga!
Il sistema degli appalti è una montagna di merda.

USB Livorno