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Due anni senza Riadh: vive ancora nelle nostre lotte. Lo ricordiamo tutti insieme alla sede di Piacenza

Piacenza -

Oggi, a due anni dalla sua scomparsa, presso la sede USB di Piacenza, alle ore 18.00 ci ritroveremo per ricordare Riadh Zaghdane.

Non sarà un momento rituale, perché Riadh non è mai appartenuto alla retorica delle celebrazioni. La sua memoria vive solo se continua a camminare nella pratica quotidiana delle lotte, nelle vertenze della logistica, nella voce dei lavoratori che ha saputo organizzare e rendere protagonisti.

Riadh ha segnato la storia della logistica in Italia come pochi altri compagni. È stato il dirigente che non si è chiuso dentro un ruolo, ma lo ha trasformato in un impegno militante continuo, attraversando territori, piazzali, magazzini, crisi aziendali, scioperi improvvisi e lunghissime trattative. Ha costruito l’USB Logistica come uno spazio reale di autodeterminazione dei lavoratori, in un settore dominato da sfruttamento, caporalato, appalti al ribasso e un sistema di ricatti che voleva i facchini divisi e ricattabili.

In quegli anni di grande conflitto, Riadh ha rappresentato un punto di riferimento nazionale: capace di far dialogare lotte diverse, di sostenere compagni in ogni parte d’Italia, di riconoscere nella forza collettiva dei lavoratori migranti non un tema da gestire ma il cuore stesso del cambiamento. Ha insegnato che militanza significa esserci nei momenti difficili, prendere posizione quando costa, tenere la linea anche quando tutti spingono per piegarla.

Riadh non chiedeva di essere celebrato. Chiedeva invece che il sindacato rimanesse un sindacato di classe, conflittuale, radicato nelle vite delle persone reali. Chiedeva coraggio politico, solidarietà tra lavoratori, capacità di costruire organizzazione vera, non di facciata. Chiedeva coerenza. La praticava ogni giorno.

Due anni dopo, il suo esempio continua a interrogare ognuno di noi: se siamo all’altezza delle sfide che lui ha affrontato senza mai arretrare; se sappiamo continuare quel percorso di dignità e lotta che ha contribuito a tracciare dentro un settore decisivo dell’economia; se siamo capaci di trasformare il ricordo in azione.

Ricordare Riadh oggi significa questo: non lasciare che venga normalizzato ciò contro cui ha combattuto, non accettare compromessi che svuotano le lotte, non dimenticare che ogni conquista nasce da qualcuno che decide di mettersi di traverso.

Riadh continua a vivere nelle lotte che ancora attraversano la logistica e in tutti i compagni che, grazie a lui, hanno imparato che l’organizzazione può cambiare davvero le cose. Sta a noi portare avanti quella strada, con la stessa determinazione, la stessa radicalità, la stessa lucidità. Sempre.