E’ stato un vero, enorme, clamoroso sciopero generale
Per Gaza, per isolare e fermare Israele, per costringere il governo Meloni a smetterla di foraggiare di armi e munizioni l’esercito israeliano, per rompere le relazioni diplomatiche e commerciali con uno stato che agisce barbaramente contro ogni regola internazionale è sceso in piazza un popolo immenso, inondando le piazze di tutta la penisola, dalla Val d’Aosta fino alla Sicilia. Blocchiamo tutto, avevano detto i portuali del Calp di Genova e tutto è stato bloccato, dai porti alle stazioni al trasporto locale. Il Paese si è fermato, lanciando un segnale chiaro e inequivocabile al governo.
Ci sarà tempo per fare una valutazione più attenta di quello che è successo, anche se dovremo farlo in fretta. La storia sembra si sia messa a correre.
Intanto però, a caldo, abbiamo ancora negli occhi l’entusiasmo di migliaia di giovani e la voglia di riscatto di operai, facchini, autisti, infermieri, commesse, impiegati, giovani a partita iva, precari, occupanti di case, migranti. Il mondo del lavoro che è tornato protagonista e che chiama la cittadinanza, tutta la cittadinanza, ad alzarsi in piedi. Non lo fa per un rinnovo contrattuale ma per chiedere giustizia per un popolo lontano e martoriato. In questa epoca di egoismi e individualismi sembra qualcosa di impensabile. E invece no, la solidarietà tra i popoli, la fratellanza al di là dei confini, non sono valori morti e sepolti, anzi sono vivi e forti. C’era solo bisogno che una soggettività organizzata li valorizzasse e li riportasse alla ribalta. Che una qualche organizzazione avesse il coraggio, contro tutti e tutto, di rimetterli al centro.
Quando questo è successo ed ha incontrato il coraggio di un gruppo di volontari, la Global Sumud Flotilla, e lo spirito indomito dei portuali di Genova la miscela si è innescata e il motore si è acceso.
Ora che un popolo si è alzato tutto è destinato a cambiare. Come dice qualcuno, quando il dentifricio è uscito dal tubetto è impossibile farcelo rientrare. Il 22 settembre è cominciata un’altra storia. Una storia tutta da scrivere.