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Argomento:

Emergenza alluvione: tutelare la popolazione e il territorio, garantire soccorsi e reddito

Bologna -

Esprimiamo la nostra solidarietà alle lavoratrici, ai lavoratori, alla popolazione dell’Emilia Romagna che sta subendo danni immensi e lutti in queste ore, ben sapendo che l’emergenza continua e che ci vorranno tempo e risorse per superare il disastro che abbiamo di fronte. A questo aggiungiamo la nostra riconoscenza e vicinanza a tutte le lavoratrici e i lavoratori impegnati nei soccorsi e nel garantire i servizi essenziali, in questo momento.

A maggior ragione, sentiamo il dovere di denunciare ancora una volta la necessità di un radicale cambiamento di rotta nelle politiche nazionali e regionali: l’eccezionalità delle precipitazioni non può giustificare tutto il disastro che abbiamo davanti.

Così come denunciamo il fatto che nonostante l’allarme della Protezione Civile sono state tante le aziende e gli enti che non hanno provveduto all’immediata sospensione cautelativa delle attività in presenza e a tenere a casa lavoratrici e lavoratori, annunciando anzi provvedimenti nei confronti degli assenti o decurtazioni di salario o di permessi.

Chiunque abbia le necessarie competenze tecniche sa bene che il nostro territorio non è “attrezzato” in maniera adeguata a sostenere le conseguenze di un mutamento climatico: alcune settimane fa l’allarme era la siccità e oggi le esondazioni e le frane. Ma anche senza scomodare il cambiamento climatico in atto è chiaro che le risorse e il personale per la gestione dei servizi di tutela del territorio e dei servizi di emergenza si sono dimostrati gravemente insufficienti.

In questi decenni si sono fatte scelte sbagliate in termini di priorità e di impatto ambientale e sociale: nella regione del “Patto per il lavoro e per il clima” e della propaganda del “consumo di suolo a saldo zero” si è continuato ad investire risorse pubbliche in opere inutili e dannose, cementificando e speculando su un territorio già troppo fragile, sfruttato e inquinato. Questo mentre venivano ridotte e dirottate altrove le risorse necessarie alle vecchie e nuove sfide ambientali e sociali a partire dai fondi del PNRR.

Da parte del governo nazionale e regionale pretendiamo che non aggiungano le loro lacrime di coccodrillo all’acqua che sta devastando città e campi, di non inondare con le loro giustificazioni la disperazione di migliaia di sfollati.

Pretendiamo che vengano prese le decisioni che mancano: la priorità è la tutela delle popolazioni e del territorio, basta passanti, bretelle autostradali, rigassificatori, per non parlare (a livello nazionale) di progetti come quello sul ponte sulla stretto di Messina o dell’aumento delle spese militari e invio di armi in Ucraina.

In questa emergenza, oltre ai soccorsi, bisogna tutelare il reddito delle lavoratrici e lavoratori, garantendo la piena copertura salariale per le giornate di inattività garantendo reddito anche ai precari nei settori come quello del turismo e del lavoro agricolo.

Invitiamo tutte e tutti a segnalarci tutte le problematiche sui luoghi di lavoro e nel territorio a partire dalle situazioni di abuso e di pericolo.

USB Emilia Romagna