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Argomento:

Emergenza caldo: da Regione e Comune di Bologna provvedimenti insufficienti e tardivi

Roma -

Riteniamo tardive e insufficienti le misure adottate dalla giunta regionale e dall’amministrazione comunale. La tragica morte del lavoratore in un cantiere edile di San Lazzaro di Savena (Bo) ha acceso i riflettori sulle gravi carenze sulle misure a tutela salute e della vita delle lavoratrici e lavoratori a rischio di “stress termico”.

I provvedimenti adottati corrispondono ad una logica di “atto dovuto” che non affrontano in maniera tempestiva ed efficace l’emergenza caldo: siamo di fronte a interventi che affrontano i casi più evidenti ed estremi.

Sottolineiamo che il divieto di lavoro “in condizione di esposizione prolungata al sole” dalle 12.30 alle 16.00 non è stato esteso a tutti i settori a rischio termico, ma anche per i settori inclusi, come quello agricolo e dei cantieri, queste ordinanze eludono tutta una serie di problemi a partire dalla mancanza di controlli.

Le misure di tutela devono essere puntuali ed estese a tutti i settori e posti di lavoro: il rischio termico coinvolge anche chi lavora al coperto (dalle fabbriche a tutta la logistica, dal commercio ai servizi pubblici) devono essere adottati provvedimenti organizzativi, riduzione dei ritmi e carichi di lavoro, modifiche degli orari di lavoro, obbligo per le aziende di dotarsi di impianti da climatizzazione e raffrescamento degli ambienti di lavoro pubblici e privati, ecc.

Lo stesso mega cantiere del Tram di Bologna rappresenta un evidente caso di sottovalutazione del rischio, chiunque può verificare che gli operai stanno lavorando in condizioni estreme e non riteniamo accettabile che i ritmi di lavoro vengano imposti da logiche di profitto o dalle “scadenze del Pnrr”.

Il sindacato USB insieme alla onlus Rete Iside è impegnata da anni nel contrasto del “rischio da stress termico” nei luoghi di lavoro e ha prodotto un vademecum e sta distribuendo un kit per la corretta valutazione del pericolo e dei provvedimenti concreti da adottare nei luoghi di lavoro.

Sui limiti dei provvedimenti adottati la USB chiederà un confronto urgente sia con la Regione sia con Comune di Bologna a partire dalla necessità di controlli e della estensione ai settori esclusi.

 

USB Emilia Romagna