Ennesima aggressione al diritto di sciopero nei trasporti: tolgono salario e diritti, mentre vietano le proteste
I continui tagli del settore, a partire da quelli del governo centrale, ed il mancato rinnovo di contratto, scaduto da quasi un anno ed il cui destino è legato alla solita accondiscendenza di CGIL, CISL e UIL, Ugl e Faisa-Cisal, spiegano la convocazione nella mattina di Venerdì 4 delle Organizzazioni Sindacali autonome e di base da parte della Commissione di Garanzia sugli scioperi nel settore Trasporti.
Una convocazione, evidentemente, spinta dalla volontà di repressione delle parti datoriali e dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che mirano a limitare ulteriormente l’esercizio del Diritto di Sciopero che, va ricordato, in Italia è più stringente che in qualunque altro paese europeo ed occidentale.
Nonostante salari da fame e caro vita sempre più asfissiante per lavoratori e loro famiglie, il continuo aumento dei carichi di lavoro, l'aumento delle aggressioni, nonostante sia sempre più difficile per le aziende di tpl reperire personale professionista disposto ad accettare le attuali condizioni di lavoro, si cerca sempre di reprimere le azioni sindacali: aggredendo i diritti dei lavoratori, anziché obbligare aziende e parti datoriali ad abbandonare la loro arroganza, sanzionandole quando rifiutano il confronto adducendo motivazioni palesemente discriminatorie.
In sostanza, da una parte ci tolgono diritti e salario, dall'altra ci vietano di protestare.
Questo il chiaro principio del recente Decreto 1660, fortemente voluto dal governo Meloni, che attacca fortemente la libertà di protestare, di lottare e di organizzazione dei cittadini tutti, restringendo al massimo gli spazi di protagonismo e di democrazia.
Ci vogliono stanchi e morti di fame, obbedienti o in galera, noi dobbiamo dimostrare di essere vivi e disobbedienti.
Coordinamento Nazionale
USB Lavoro Privato – settore TPL